BCCCAP00000000000000000000721

44 IL METODO DEI MISSIONARI CAPPUCCINÌ NELLA « MiSSÌONE DEL LEVANTE> miliarizzandosi tutte le vie dell'Oriente (21). Quale la preparazione al– l'arduo compito che li attendeva? Si è talvolta affermato che i problemi missionari nei secoli decor– si non furono sentiti abbastanza criticamente e che la mancanza di frut– ti duraturi si deve a1tribuire alla deficiente preparazione dei missionari che, ignari delle esigenze ambientistiche o di tattica, venivano lanciati in una lotta degna di ammirazione per lo slancio dei combattenti ma condannata all'insuccesso per la carenza di armi convenienti. Simile affermazione ha certo il suo valore per cosi singoli; ma noP può essere generalizzata. La Missione cappuccina del Levante offre a ciò una smentita. Il compito dell'organizzazione e della scelta dei missionari era affi– date, come abbìam visto, al P. Giuseppe du Tremhlay che appare subito all'altezza della situazione. Egli non lancia chiunque, senza discriminazione, nell'arringo. Pog– giando la sua scelta sull'espressa volontà dei candidati (22), esige anzi– tutto che siano uomini pii, forniti di dottrina, prudenza e fortezza d'ani– mo e animati da un ardente zelo per la gloria di Dio e la salyezza delle anime (23). Richiede inoltre « ottimi studi teologici», una ricca e soli– da « esperienza di vita » ed anche una robusta costituzione fisica adatta a sostenere le ardue fatiche dell'apostolato (24). In altro Documento indirizzato al P. Leonardo de La Tour, superio– re di Chios (25), rib?.dendo in parte gli stessi concetti già esposti a Pro– paganda Fide, egli li allarga e completa fissando alcune norme che più propriamente convengono al missionario cappuccino. In un mondo venale, tipicamente rappresentato dagli avidi govc1·– natori turchi (26ì e dalla insaziabile cupidigia dei mercanti orientali e occidentali, egli punta sulla povertà dei missionari: servata semper evan– gelicae paupertatfa norma (27): caratteristica questa che accompagna i missionari cappuccini ovunque, nel Levante come Rl Congo, in Asia e in America (28). E' importante notare come la povertà, coscientemente voluta e abbracciata dai missionari (29), diventa un elemento fondR– mentale del loro apostolato per il buon esempio che ne consegue (30). (21) Per una bibliografia ricca e scelta cfr. P. MELCHIOR A POBLADURA, Historia Géneralis, pars sec., t. II, pp. 305-7. (22) Docum. III, p. 125. (23) Ibid. (24) Ibid. (25) Cfr. Docum.. V. pp. 127-131. (26) MICHELE FEBURE, Teatro della Turchia, pp. 122-145. 93 e s. (27) La frase si trova nel Docum. III, (p. 125), ma il concetto è sviluppato nel Docum. V, (p. 127). (28) Cfr. Anacleta Ordin:is Capuccinorum, 1889, t. V, p. 27. E' del resto una nor– ma pacifica, avvertita e segnalata da tutti gli storici che hanno trattato di Missioni. Cfr. HILAIRE nE BARENTON, La France catholique en Orient, pp. 65-90; FnANçors n'AN· GERs, O.F.M.Cap.. Histoire de la mission des Pères Capucins... au royaume de Ma– roc, (Roma 1888), pp. 165-169; P. MELCHIOP. A PoBLADURA, Historia Generalis, pars sec., t. II, p. 288. (29) Cfr. Dowm. VII, p. 136; XV, p. 192; XVIII, p. 204; XX, p. 231, (30) Cfr. Pocum. I, p. 123; XX, pp. 231 e 239,

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz