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42 IL METODO DEI MISSIONARI CAPPUCCINi NELLA « MissioNE DEL LEVANTE> (ondazione della nuova Missione e dà libero corso alle trattative con i superiori dell'Ordine per la scelta di religiosi «idonei", da munirsi delle debite facoltà (6). Il 25 aprile dello stesso anno P. Pacifico presenta al Prefetto di Pro– paganda il P. Giuseppe du Tremblay come l'uomo « capace, zelante et esperimentato » che può mandare ad effetto il decreto del 10 gennaio (7). Le pratiche si svolgono con qualche lentezza. Finalmente, un anno dopo, P. Giuseppe du Tremblay è costituito prefetto in solidmn con il Provin– ciale dei cappuccini di Parigi della nuova Missione alla quale si assegna– no 100 missionari (8); i due superiori il 12 marzo del 1626 possono, an– nunziare a Propaganda Fide l'invio dei primi missionari (9). Sorprendente è lo sviluppo della nuova Missione. Quasi contempora– neamente nel 1626 essa ha il suo formale inizio a Costantinopoli, Aleppo e Saida (10); e tosto si estende alla Grecia e al suo arcipelago (1627), a Smirne (1627), a Bagdad dove i missionari dànno principio al loro apo– stolato con il canto solenne del Veni, Creator e del Te Deum tra una fol– la stupita di scismatici e turchi (1628); a Jspahan (Persia), accolti dall'ar– civescovo armeno di Gi.ulfa che li ospita per primo nel suo monastero e lava loro i piedi solennemente in chiesa (1628). Tre anni dopo si sta• biliscono nell'Egitto (1631) e poi via via nell'India (1639), nell'Aderbejari (1653), nella Georgia (1663), nell'Armenia (1667) (11). La vastissima Missione nel 1639 viene divisa in due custodie e due anni dopo (1641) m tre, rispettivamente dipendenti dalle province di Pa– rigi, Turenna e Bretagna dove si reclutano i missionari. Abolita la pre– fettura in solidum, le tre custodie hanno il loro superiore particolare. chiamato custode, alle dipendenze dirette del rispettivo provinciale che ne è il prefetto responsabile. Verso la metà del 600 il numero complessi- (6) Per questa missione che ricevono direttamente da Propaganda Fide i cap– puccini, come del resto i carmelitani, diventeranno ben presto i propagandistae, e cioè missionari di Propaganda, in contrapposto ai patronatistae o missionari che erano legati ai privilegi del Patronato portoghese o spagnolo. (7) Docum. II, p. 124. Credo che la figura del P. Giuseppe du Tremblay, l'Emi– nenza grigia, che la critica comune è troppo propensa ad associare all'espansione politica della Francia del 600, vada storicamente rivalutata nel senso di una pre– cisa orientazione della sua attività verso un'espansione cattolica mondiale. Inoppu– gnabli documenti testimoniano in lui una sl radicata coscienza cattolica e una tale vita interiore da far escludere, come motivo principale dalla sua attività, la gloria politica dèlla Francia. Cfr. in questa stessa raccolta il Docum. V, p. 127. (8) Docum. llI, p. 125. Per il numero dei missionari, l'opera svolta dal P. Pa• cifico e dal P. Giuseppe du Tremblay cfr. P. CLEMENTE DA TERZORIO, Le Missioni dei Minori Cappuccini, t. VII (Roma 1925), p. 13 e ss. Una sintesi efficace con ampia bibliografia sulla « Missione del Levante» è pure in P. MELCHIOR A PonLADURA, Histo– ria Generalis Ordinis Fi·atrum Capuccinorum. pars sec., t. II (Romae 1948), pp. 305· 343. Sono opere queste di indubbio valore ma, come nota uno studioso, ancora lungi dall'essere esaurienti. Cfr. P. IGNAZIO DA SEGGIANO, Documenti, p. 120. (9) Doc~lm. III, p. 125. (10) P. IGNAZIO DA SEGGIANO, Opere assistenziali- dei lj,finori Cappuccini nel •.11• cino Oriente nel secolo XVII, (Roma. 1948), p. 3. Saida è l'antica Sidone. (11) Per le singole fondazioni cfr. P. CLEMENTE DA TERZORIO, Le Missioni dei Frati Minori Cappuccini, t. Il, p. 56; III, p. 15; IV, p. 12 e 15; X, :p, 1; VIlI, p. :;!O; JII, p. 113; VII, p. ,!8; VI, :p. 110,
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