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AZIONE E DOLORE NEL DIARIO DI P. IGNAZIO DA ISPRA 19 Calde lagrime scorrevano sul suo volto purulento e impiagato. Noi non po– temmo resistere all'interno affanno e piangemmo ancora e pregammo,, (53). 8EìJ1PRE APOSTOLO Intanto le testimonianze del suo strazio orribile vanno infittendo e intorno a lui si crea un'onda di simpatia che va dall'America all'Italia. Già nel maggio del 1929 l'associazione cittadina milanese che segnala episodi di bontà e fedeltà al dovere, gli conferisce la medaglia « Premio del dovere » con una nobilissima motivazione (54). Le elevate parole da lui dette nell'ap– prendere il ritorno della pace tra la S. Sede e l'Italia con i Patti Lateranensi (55), hanno larga risonanza, come pure il suo amore, così profondo e sincero, all'Italia per la quale « offre il suo acerbo soffrire,, (56). E allora J giornali se n'accor- (53) Nobilissima fu la lettera di ringraziamento scritta da P. Ignazio ai due visitatori. Eccola: cc Padri miei veneratissimi e desideratissimi: oggi a;vete lasciato Pesqueira. Io vi accompagno in tutti i vostri passi col pensiero e col cuore. Piango, piango ancora e piangerò per molto tempo. E che altro posso fare se non piangere? Da lontana terra avete voluto venire a vedere e visitare il povero lebbroso nel suo nascosto romitaggio. Con ansia aspettavo il giorno desiderato dell'arrivo. Dal giorno che seppi dell'imbarco, vi accompagnavo nel lungo viaggio ora per ora. Ed ecco che siete venuti e già ve ne siete andati e tutto è finito e per sempre. Fu una realtà la vostra venuta a questo luogo del mio esilio? Siete realmente stati qui, o è una illusione mia, un sogno mio?... Oh, come passano rapide le cose di questo mondo! Ve ne siete andati, Padri miei, ed io- sono rimasto solo, solo, e qui tutto è ritornato al silenzio sepolcrale. Siete venuti e siete andati. Ma una madre tenerissima non potrebbe mostra.re verso il figlio ammalato gravemente un amore più tenero di quello che Voi, Padri miei, avete mostrato a questo povero lebbroso. L'hanno inteso, nonostante la loro rusticità, anche questi indigeni... Ed io che posso fare se non ringraziarvi con tutto il cuore? ·vi ringrazio del lungo e labo– rioso viaggio che avete voluto intraprendere unicamente per vedermi, visitarmi e confortarmi. Vi ringrazio del bene temporale e spirituale che mi avete fatto. Vi ringrazio del bene che avete fatto a questa povera gente, predicando e ammini– strando i SS. Sa:cramenti. Fu una vera missione, breve ma efficace, corroborata con l'efficacia del buon esempio, della vostra pazienza, carità, amabilità... Oh! Padri miei, Padri miei, breve fu la vostra permanenza in questo luogo! Perdona– temi se non ho saputo portarmi bene, se ho sbagliato in molte cose! Perdonatemi per l'amore del nostro buon Dio e del Serafico Padre. Io cado di nuovo ai vostri piedi e li bacio con tenerezza e con gli occhi pieni di lagrime. Siate benedetti e ringraziati per la vostra generosa carità, per tutto il bene che avete fatto al povero lebbroso. Benedite, benedite il povero... Fra Ignazio d'Ispra l>. Il Massaia, a. XIX 1932, p, 56, (54) cc Nella sconfinata terra brasiliana portò la voce di Cristo, la luce del Vangelo. Nell'assistenza ai malati, nella predicazione, nelle opere di umana pietà e carità è grande e santo esempio. Missionario operoso, da 6 anni colpito dalla leb– bra, continua nell'esercizio del suo ministero sacerdotale. Non lo trattengono le gravi infermità, le atroci sofferenze, ma tutto invaso dalla grazia divina scrisse che impiega il suo tempo, nell'offerta a Dio, "ad assaporare i dolori della crudele infermità". Cfr. Ann. Frane., a. LX, 1929, p. 345. (55) e< Come italiano, sacerdote, francescano, ossia discepolo del Santo che fu il più italiano dei .Sa,nti ed il più Santo degli italiani, ho esultato in cuor mio, ho cantato il Magnificat >l. Il Massaia, a. XVI, 1929, p, 14. (56) P. Ignazio ebbe sempre vivissimo l'amore all'Italia alla quaie lo legava, tra l'altro, il continuo ricordo della vecchia madre che viveva e pensava e pregava pel figlio lontano. Molte volte egli ripete che prega e offre il suo acerbo soffrire per l'Italia. Cfr. Ann. Frane., a. LXIII, 1932, p, 23. E alla sig.na Insegnante di

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