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12 AZIONE E DOLORE NEL DIARIO DI P. IGNAZIO DA ISPRA maco, .era un po' di caffè e qualche bananas, quando cruda, quando cotta sotto la cenere >> (25). Stenti, fatiche, sofferenze indicibili: ma tutto ciò era come bruciato dal suo ardore travolgente, dal bisogno « di compiere il suo dovere J) anche se esso « toccava le vette del sacrificio >> (26). L,E TAPPE DELVAPOSTO,LATO Prima che la lebbra lo immobilizzi nel romitaggio di Sitio Caldeiriìo, oltre venti anni egli trascorre in quest'opera indefessa di apostolato. Sbarcato a S. Luis, mentre attende allo <( studio appassionato della lin– gua», cerca di penetrare l'indole dell'anima brasiliana>> « dandosi a conoscere fine osservatore dei costumi e degli usi di questi popoli " (27); poi, secondo l'icastica frase cli P. Michele cla Origgio, « irrompe nell'apostolato JJ (28). Suo primo campo sono le àisobriqas del basso Maranhiìo, umido, infestato dalle febbri .malariche e abitato da raggruppamenti di meticci che vivono « in una secolare indifferenza>>. E' in pieno la vita del missionario ambulante attraverso le sconfinate soli– tudini della foresta con i suoi imprevisti e le sue logoranti fatiche. Difficoltà di clima e d'ambiente, asprezze di viaggi, pericoli, incontri cli ogni genere anche con briganti che lo prendono a fucilate, cruccio per l'abbandono e la miseria che devastano le popolazioni : sono il/suo pane quotic1iano (29). Il suo fisico rivela una resistenza notevole, e i superiori dopo qualche tempo lo destinano al Parà, dal clima 2ncor più equatoriale, dalle solitudini ancor più vaste e desolate. Il Parà, pure con una preoccupante scarsezza di clero, era quasi quattro volte il Maranbào, con estensioni desertiche anche se meno malariche di .altri stati del Brasile (30). Da quando i cappuccini vi erano en– trati, chiamati dal vescovo cli Belem (31), si può dire che quasi tutto il peso delle àisobrigas ricadeva sulle loro spalle. Nel nuovo compito P. Ignazio accresce l'ansia di bene che lo ha sostenuto nel Maranhào. Sulle piccole imbarcazioni che risalgono i fiumi, oppure a dorso di mulo egli percorre gran parte del paese; poi, durante il periodo delle piogge, a Belem svolge un'attiva missione di polemista contro la propaganda masso– nica e protestante dei nordamericani, mentre dedica le sue preferenze ai bam– bini poveri e abbandonati per i quali costruisce la scuola Benedetto XV (32). Il periodo trascorso al Parà è importante anche per il suo incontro con il confratello lebbroso P. Daniele da Samarate che egli visitò molte volte nel (25) n MMsaia, a. XVI, 1929, p. 287 (26) Il Massaia, a. XIX, 1929, p. 82. La testimonianza è di P. Michele da Origgio. (27) Ann. Frane., a. LXVI. 1935, P. 156. (28) Il Massaia, a. XIX, 1932, p. 82. (29) Il P. Gaudenzio da Rescalda. scrivendo nel 1935, soggiungeva: « Ancor oggi si ricorda in quei paraggi l'azione benefica delle escursioni apostoliche del nostro P. Ignazio>>. Ann. Frane., a. LXVI, 1935, p. 156. (30) Cfr. P. TIMOTEO ZANI DA BRESCIA, Alto Brasile, o. c.. p, 307 e s. (31) Ib., P. 328 e ss., dove son descritte tutte le vicissitudini, laboriose trat– tative e il primo apostolato svolto dai cappuccini al Parà. (32) Il Massaia, a. XIX, 1932, p. 82.
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