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AZIONE E DOLORE NEL DIARIO DI P, IGNAZIO DA ISPRA 9 Parà (1898) con una lontana propaggine a Manaus nell'Amazonia, passata in seguito ai cappuccini umbri della Prefettura dell'Alto Solim6es. Scopo principale della Missione fu, secondo i. desideri del governo,: la « ca– techizzazione degli indi)), problema cruciale di tutta l'America Latina che, per la configurazione dei vastissimi territori coperti da impenetrabili foreste, Ri trovava nell'impossibilità di risolverlo. Rintanato nella foresta e restio al con– tatto col bianco. da cui aveva sofferto nel passato suprusi e angherie, l'indio viveva tuttora allo stato selvaggio, geloso della propria indipendenza. L'unico modo di conquistarlo era quello di accostarlo fraternamente, liberarlo dal suo nomadismo e insegnargli a lavorar la terra da cui avrebbe ricavato una ric– chezza e un benessere insospettati. Per opera dei missionari e finanziate, in parte, dal governo, sorsero cosi le « colonie agricole>> di Alto Alegre (1896) nel Maranhao, di S. Antonio del Prata (1898) e di Ourem (1906) nel Farà, integrate dalle periodiche visite alle aldee degli indi rimasti nella foresta per catechizzarli ed eventualmente « ricevere i loro figlioli>> che sarebbero poi stati educati e istruiti in appositi istituti sotto la direzione dei missionari nell'inscindibile binomio di Fede e ci– viltà (14). Ma ci si accorse ben presto che la presenza dei missionari era provviden– ziale anche per l'assistenza alle cristianità languenti della zona. La carenza di clero era un altro dei problemi che aftliggeva il Brasile da quando il mar– chese di Pombal aveva scacciato i gesuiti (15). Il Maranhao, ad esempio, con una superficie di circa 450.000 kmq. contava poco più di una decina di sacer– doti assorbiti in buona parte dalle. necessità spi.rituali della capitale, mentre il resto del territorio res,tava in balia di un'attiva propaganda massonica, spiriW,tica e protestante. Nelle stesse condizioni si trovavano il Cearà, il Piauhy, lo stato di Pernambuco. Il Parà, a quanto scrive P. Ignazio in una corrispondenza del :J.927, « con una superficie di 1.500.000 · kmq. è diviso in 50 Parrocchie e solo 14 di queste, mi diceva l?anno scòrso Mons. Vicario Generale dell'Archidiocesi; h_anno il parroco >> (16). Per questi bisogni i missionari si moltiplicarono. Nonostante le ardue dif– ficoltà, rappresentate dal clima malsano, dall'ambiente eterogeneo e sopratutto dalle enormi distanze prive di moderne vie di comunicazione, essi si sparsero coraggiosamente nei diversi stati risollevando le comunità cristiane con le Missioni formali e organizzate nei centri più popolosi e le cosiddette Missioni semplici o disobrighe tra i matutos del sertdo (17). Le vittime numerose, spez– zate dalle febbri malariche o dalla ferocia degli indios sobillati dai massoni come nel massacro di Alto Alcgre (1.8), non _allentarono il loro entusiasmo; (14) La storia delle diverse fondazioni è in: P. TIMOTEO ZANI DA BRESCIA, Alto Brasile, o. c., rispettivamente P. 131 e ss.; 347 e ss.; _409 e ss. (15) Ib., p. 20. (16) Il Massaia, :;t. XIV, 1927, p. 285. (17) Disobriga è il passaggio del missionario che reca « i conforti fondamen– tali spirituali del battesimo, cresima, confessione e comunione>> tra gli abitatori semplici e quasi primitivi (matutos) della selva (sertuo). (18) Avvenuto il 13 marzo del 1901. In esso, oltre che la completa distruzione della fiorente colonia, trovò la morte tutto il personale della Missione (4 missio– nari, 7 suorè terziarie cappuccine, una cinquantina di persone addette alla co•
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