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P. ROCCO COOOHIA PA CESINALl!l u.F.M,CAP. 97 Se a tuttù questo si aggiungevano le notizie racéolte saltuariàmente dagli annalisti dell'Ordine e ,quel poco « venuto in luce di questa o quella Missione ìn particolare» (89), non si sapeva che altro indicare. · In tali condizioni c'era da sgomentarsi nel voler metter mano a una storia condotta con criteri scientifici. Col senso innato dello storico che « sa valere la storia quanto i .documenti a cui si riferisce>> (90), P. Rocco si sottopone a ricerche interminabili che hanno quasi del leggendario viaggiando, come abbiam visto, da un continente all'altro per consultar archivi e biblioteche, e racco– gliere dòcumenti. « Posso dire - scrive egli - che, dal canto mio, non ho ri– sparmiato a ricerche per mettermi al cospetto delle figure che descrivo ed or– dinare ;il mio discorso con quello della storia comune... Chi ha dato mano a lavori siffatti, sa che fa d'uopo, non dico di salda volontà, sibbene di certa osti– natezza per d!lre quella parola e attenderla. Io la dissi e l'attendo, meno i t1ochl éasi ln cui anche l'òstinatezza è stata inutile» (91). Sono ann'i di ricerche massacranti, coronati però da unà quantità stràor– 'diharia di documenti raccolti « di persona nelle Missioni di Levante (compresa. l'India), della Barberia e della Svizzera, come nei principali archivi d'Italia, della Svizzera stessa, di Savoia, Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra>>. El là dove egli non può recarsi personalmente, come in America, si fa « assistere, per via epistolare dal braccio del R.mo P. Generale e del H.mo P. Fabiano da Scandiano, Proc11ratore Generale delle nostre Missioni, dalle altre province e Missioni dell'Ordine» (92). Tuttavia egli sa anche << guardare dentro il documento>>. L'innato senso critico non gli fa accettare il documento per il documento o l'autore per l'au– tore, anche s1~ questo è «antico>). Pur ammiratore del Cantù e di tutta la stò-, riografia romantica, anzi sotto certi aspetti subendone l'influsso éoDle nelle sintesi smagli.anti, egli appare più saldamente corazzato contro la suggestività dell'antico per l'antico, più puntuale nella ricerca della fonte « sicura, ben controllata ed eventualmente discussa>>. Vaglia, giudica, e se non riesce a sbrogliar la matassa stabilendo un'attendibile autenticità, preferisce tacere oppure anche apertamente rifiuta. << Altri -,- scrive ad esempio a conclusione del capitolo sulla Palestina - viene qui a dirci, sulla fede di non so quali manoscritti, che in quel medesimo tempo l'Ordine ebbe Missioni nel principato di Cambogia, nel regno di Mar– taban, in quello di Aracan e nell'isola di sumatra; ma noi fermi al nostro sistema di non accettare a taccio tutto che ne viene offerto..., ci rifiutiamo a quell'autorità per vagliare meglio i :fatti e riferirli a tempo e luogo>> (94). Anzi, poichè in opere del genere è impossibile essere esaurienti, pur d,opo tante ricerche la sua onestà di scrittore gli fa candidamente confessare che « questo libro non viene colla pretensione di aver tutto compreso, tutto detto' (89) Storia, v. I, p. XV. (90) Ib., p, XVI. (91) lp., p, XV. (92) lb. Di grande ausilio gli riusci la conoscenza delle lingue. Ofr. Sera,pTiiSohea weitavostoiat, o. c., 1928, p. 260. (93) Ib., p. XVI. (94) Ib., v. I, p, 409.

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