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Cap ..111 - Nel Corpus luris Canonici l'avversario - l'accusatore privato o il pubblico ufficiale dall'onere della prova. 77 /) Al reo, che in giudizio ha confessato con la propria voce, spontaneamente, libero da ogni violenza, il delitto (reso perciò notorio, notorietate iuris), di cui è stato anche convinto con testimonianze e argomenti indubbi, è negata la facoltà di appellare ( 135); se però una qualsiasi di queste condizioni viene a mancare, la confessione non impedisce l'appello (136), pur– chè questo sia interposto entro un anno (137), portato poi a 10 giorni ( 138), dalla emissione della sentenza. In questo se– condo caso, poichè l'appello implica la revoca della confes– sione, il confitente deve provare le circostanze, che l'hanno in– dotto a confessare contro volontà ( vis, metus, error), diversa– mente ingenererebbe il sospetto di appellare per secondi fini, nel qual caso l'appello è vietato ( 139). g) Convalida il processo, qualora questo dovesse risul– tare nullo per la mancata osservanza di formalità prescritte dal diritto processuale ( 140). h) Per l'accusato confesso è prevista una pena più lieve di quella, cui va assoggettato l'accusato semplicemente convic– tus (141). i) Il reo confesso non può far da teste e deporre contro l'accusato o il diffamato di eventuali futuri processi (142). Z) La confessione, con la quale il reo, già confesso in giudizio, tenta di coinvolgere altri correi, non deve accettarsi, eccetto il caso, che con essa si riveli un crimine di lesa mae– stà (143). È da notare però, che se i correi sono affetti da m- (135) c. 41, & 12, C. II, 6; c. 61, X, II, 28; c. 3, Il, 15, in VI 0 • (136) c. 41, & 13, C. II, 6. (137) c. 36, C. Xl, 3. (138) c. 3, II, 15, in VI 0 • (139) c. 25, C. II, 6; c. 61, X, II, 28. (140) c. 1, V, 1, in Vl' 0 ; e; 2, V, 1, in VI 0 • (141) c. 1, c. xv, 8; c. 4, c. xv, 8. (14-2) c. 1, X, II, 25. (143) c. 1, X, Il, 18.

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