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Cap. ll • Dagli inizi fino al Decretum Gratiani 51 sunt, ac deinde iterum malefico dicant, num haec ita sint; et quamquam confitetur et annuit~ non confestim ad mortem eum mittant, sed multis diebus de eo iterum inquirant et velis inte– riectis simul deliberent et consilientur muhum, et deinde po– strema iudicium capitis de eo f erant, et manibus ad caelum sublevatis contestentur : insontes sumus sanguinis hominum, Hoc faciunt, quamquam gentiles sunt nec noverunt Deum nec retri– butionem a Deo accipiunt pro eis, quos iudicant iniuste ac condemnant. 2. Vos autem congnoscentes, quis sit Deus noster et qualia iudicia eius, iudicium ferre audetis de insonte? 3. Nòs igitur vobis consilium damus, ut dGgenter et cautissime. inqui– ratis, cum sententia iudicii vestri, ~uam fertis, continuo ascen– dat ad Deum... )) (93). In questa calda esortazione ai giudici cristiani ad imitare quelli pagani è implicita I' affermazicne, che la confessione spon– tanea dell'accusato non esonera il giudice ecclesiastico dal cauto e diligente esame degli elementi, che ne dimostrino la veridicità; ciò perchè non è da escludere l' eveJ::.tualità, che un accusato, in realtà innocente, per secondi fini s:c confessi autore del delitto dedotto in giudizio, favorendo l'emissione di una falsa sentenza di condanna contro di sè, la quale, contro gli interessi della società, lasci impunito il vero delinC;:uente, mentre d'altra parte il giudice cristiano deve sempre pronunciare una sentenza, che si sostenga anche dinanzi al tribm:ale divino, dato che essa: « ... continuo ascendat ad Deum... ); (94). Si intende bene ora, in qual senso vanno intese le Decretali, i Canoni dei Concilii e le Collectiones quando asseriscono, che basta la sola confes– sione dell'accusato per fondare e scstenere la sentenza di con– danna del medesimo; a tal fine la confessione basta ed è suffi– ciente da sola per la veridicità di essa riscontrata dall'attività investigatrice del giudice, non già per il solo fatto della sua emissione. La confessione criminale dunque non decide di per (93) Ibidem, pp. 148-150. (94) Ibidem, p. 150.

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