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38 La confessione delle parti nel proc. can. tenze dei tribunali vescovili perdono il privilegio della inappel– labilità, loro riconosciuta dalle Costituzioni del 398 e 408, e la « episcopalis audientia >> subisce profonde modificazioni, per– dendo importanza ( 45). 3. Vicendevole influsso tra il potere giudiziario ecclesiastico e quello civile. Nei primi cinque secoli di coesistenza il potere giudiziario ecclesiastico e quello imperiale si sono vicendevolmente influen– zati, soprattutto quando, dopo il 318, l'esercizio d'ambedue i poteri venne a trovarsi ufficialmente nelle mani di un unico giu– dice: il Vescovo. La procedura romana ha mutuato i principi dell'etica cri– stiana da quella ecclesiastica, questa a sua volta ha ricevuto da quella le norme processuali e la struttura tecnica degli istituti giuridici procedurali. Così, per esempio, non è difficile, scorgere nelle norme procedurali dei capitoli 47-56 del libro secondo della «Didascalia>> ( 46) l'influenza della procedura romana della co– gnitio extra ordinem, com'è altrettanto facile intravvedere in questa l'influsso dell'etica cristiana della procedura ecclesiastica, che la stacca dal formalismo delle precedenti procedure ( 47) e la indirizza al ristabilimento della giustizia oggettiva, deviandola quanto più possibile dal raggiungimento della giustizia mera– mente formale. È sulla base: della certezza dell'esercizio del potere giudi– ziario ecclesiastico, della << episcopalis audientia >> e dell'influsso mutuo tra il processo ecclesiastico e quello imperiale, che vanno studiati i primordi dell'istituto giuridico della confessione giu- (45) VrsMARA G., o. c., p. 143. (46) FuNK F. X., Didascalia et Constitutiones Apostolorum, voi. I, Pa. derhornae 1905, pp. 142-158. (47) Quella per legis actiones, soppressa dalla lex Iulia iudiciorum priva– torum del 17 a. C. (ARANGro-Rmz V., Istituzioni di diritto romano, Napoli 1951, p. 123) e quella per formulas, soppressa da un editto di Costanzo e Costante nel 342 d. C. (ARANGro-Rurz V., o. c., p. 150).