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20 La con/essione delle parti nel proc. can. della somma confessata (137). Conserva ancora tutti gli effetti, che aveva nella procedura extra ordinem anteriore a Giustiniano, riguardanti l'esecuzione contro il reo confesso : di una somma di denaro, o di un credito extra pecuniam, o di un diritto reale. Presa nella nuova accezione, la confessione spiega il per– chè del principio « certum confessus pro iudicato erit, incertum non erit )) e anche dell' « urgeri )) relativo alla confessio « incer– ti)), interpolati dai compilatori nel testo di Ulpianus ( 138). Se la confessione è ormai una prova di accertamento del diritto preteso, è chiaro, che la confessio incerti, ossia la con– fessione, che non determina species e quantitas (139) dell'og– getto, non potrà ma costituire una prova della fondatezza del di– ritto preteso dall'attore, ond'è che il confessus incerti « urgeri debet ut certum confiteatur )) (140). Le ragioni, che nella procedura extra ordinem giustinianea hanno operato lo spostamento della dinamica della confessione, per cui questa si presenta come prova della fondatezza del di– ritto dedotto in giudizio più che come indicazione di vie d'ese– cuzione contro il convenuto confesso, sono molteplici. Le prin– cipali sono: 1) I'influsso dell'etica cristiana sullo sviluppo del di– ritto romano pagano (141), per cui i valori umani (la volun– tas, per esempio) nella procedura giustinianea assumono una fun– zione sempre più determinante a scapito di quelli rigidamente formalistici; 2) la scomparsa del carattere privato del processo; nella procedura giustinianea è il giudice, che decide la lite se– condo la coscienza formatasi sulle prove addotte; evidentemente ai fini della formazione di tale coscienza è quanto mai efficace la confessione, per cui questa viene ad assumere un ruolo emi– nente tra le prove; 3) la fusione in una sola delle due fasi (in (137) I. IV. 6. 26. (138) D. XLII. 2. 6. I. (139) D. XII. J.. 6. (140) D. XLII. 2. 6. J.. (141) R1ccon0No S., Lineamenti della storia delle fonti e del diritto ro– mano, Milano 1949, pp. 14-, 178-190.
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