BCCCAP00000000000000000000717

158 La confessione delle parti nel proc. can. gna dedurre che essa faccia piena prova da sola, perchè in ogni caso suppone le ahre prove esperite nella precedente fase inqui– sitoria. Quando non tronca il processo la confessione giudiziale: a) semplice, sia essa spontanea o provocata, esplicita, im– plicita o presunta, poichè nella causa è in giuoco il bene pub– blico, non fa mai piena prova da sola ( can. 1751), per cui il giudice è sempre tenuto a cercare altre prove ( oltre quelle even– tualmente già esperite prima della confessione) per formarsi quella certezza morale sulla verità dei fatti necessaria all' emis– sione della sentenza; i motivi sono evidenti: 1) dato che cia– scuno è naturalmente portato a nascondere piuttosto che svelare la propria colpevolezza, la confessione, soprattutto quella spon– tanea, è sempre sospetta, potendo essere dettata non dal penti– mento o dall'amore della verità ma da secondi fini; 2) se in realtà è falsa, essa devia il corso della giustizia con danno dell'interesse pubblico, il quale vuole, che sia condannato il reo e non l'in– nocente, anche se questi volontariamente si sottopone alla pena; è per questo, che, nonostante l'emissione della confessione il giudice è autorizzato a ricevere e a cercare ulteriori prove an– che (( post conclusionem in causa )) ( 40), sino a quando cioè non avrà eliminato ogni dubbio positivo sulla verità dei fatti; b) una volta accettata come vera dal giudice rende noto– rio, notorietate iuris, il fatto delittuoso, in relazione al quale l'accusato ammette la sua responsabilità ( can. 2197, 2"); e) può essere revocata, a condizione che il giudice esa– mini se sussistono le cause, che ne giustificano il ritiro ( can. 1752); d) non esime mai il giudice dall'emettere la sentenza de– cisoria del processo; e) non esige però, che tale sentenza sia conforme al suo contenuto se non quando dalle prove collaterali questo risulta vero con morale certezza; (40) LEGA M.-BARTOCCETTI V., o. c., vol. III, p. 330.