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Cap. VII - Effetti della conf. nel proc. del e.I.e. 149 Infatti la confessione implicita, desunta dall'ingiustificato rifiuto di prestare il giuramento suppletorio ( can. 1831, § 2), suppone il deferimento di questo ( can. 1830, § l) da parte del giudice ( can. 1830, §§ 5, 3), deferimento, che a ma volta suppone già esistente una << ••• semiplena ... probatio... )) ( can. 1829); quella poi ricavata dall'ingiustificato rifiuto di rispondere ( can. 1743, § 2) alle interrogazioni del giudice suppone, che questi non debba trascurare di esperire tutte le altre prove previste dal Titulus X, lib. IV, del Codex Iuris Canonici. Non è da escludere, che nelle cause d'interesse pubblico possa verificarsi il caso della confessione presunta, prevista dal can. 1800, § 4. La enunciazione di detto canone induce a cre– dere, che si tratti d'una confessione, che fa prova piena e quindi, nel nostro caso, essa farebbe prova piena a favore del benè pub– blico. Ma bisogna distinguere: essa fa prova piena sulla auten– ticità del documento scritto discusso, ma non sulla veridicità del mC'desimo, la quale dev'essere dimostrata da altre prove; ond' è che anche la confessione presunta prevista dal can. 1800, § 4, ai fini della soluzione della causa, suppone altre prove già espe– rite o da esperirsi a norma del Titulus X; lib. IV del Codex Iuris Canonici. A volte più che di confessione nel senso del can. 1750, si tratta di fatti asseriti da uno dei contendenti e ammessi dall'altro ( can. 1747, 3°) a favore o contro l'interesse pubblico. Dette as– serzioni e ammissioni mentre, come s'.è visto, nelle cause di interesse esclusivamente privato mettono fuori discussione i fatti, perchè equivalgono a confessioni aventi efficacia di prova piena, nelle cause invece, dove è coinvolto l'interesse pubblico, non fanno mai prova piena nè a favore nè contro di esso, e ciò sia che i fatti asseriti e ammessi equivalgano al fatto principale di– scusso, sia che equivalgono ad una circostanza marginale, ond'è che detti fatti non vengono mai messi fuori discussione. Infatti il diritto canonico vuole, che nelle cause d'interesse pubblico i fatti asseriti e ammessi debbano essere necessariamente confer-

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