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Cap. VI - Condizioni della conf. nel proc. del C.I.C. 125 samente detta condizione, che senza dubbio anche il can. 1753 implicitamente postula per quella stragiudiziale; il can. 194,7 la suppone per la confessione criminale stragiudiziale emessa nella fase inquisitoria, mentre per quella giudiziale la richiede il fine del constitutum, di cui si occupa il can. 1958. 2. Condizioni in relazione al confitente. Per la validità della confessione si richiede, che il confi– tente: a) nelle cause civili abbia la persona standi in iudicio. V'è da distinguere la capacitas iuridica dalla capacitas processua– lis; la prima compete ad ogni persona fisica o morale ed è la attitudine ad essere soggetto di attribuzione di diritti. Poichè questi diritti possono essere naturali, civili ed ecclesiasici si può avere una capacitas iuridica naturalis, civilis, ecclesiastica. Il Codex Iuris Canonici suppone la prima e la seconda, occupan– dosi esplicitamente soltanto della terza. Nel can. 87 sancisce, che nella Chiesa con il Battesimo ogni uomo viene costituito per– sona, capace cioè di avere diritti ecclesiastici; per ogni uomo pertanto fondamento della capacitas iuridica ecclesiastica è il Battesimo. Per espressa volontà del legislatçre nella Chiesa esi– stono persone morali ( collegiali e non collegiali), alle quali dalla stessa volontà è stata attribuita la capacitas iuridica ecclesiastica. La capacitas processualis per il diritto canonÌco è la attitudine della persona fisica o morale a tutelare in giudizio i propri di– ritti. Essa include : la legitimatio ad causam e la legitima,tio ad processum. La prima è la attitudine a tutelare i propri diritti con l'azione; la seconda è la attitudine ad agire e rispondere in giudizio. Chi ha la legitimatio ad causam e ad processmn, si dice, che ha la persona standi in iudicio; il termine « persona )) qui equivale a <<facoltà)>. Nel Codex Iuris Canonici la persona standi in iudicio suppone generalmente, ma non sempre, la ca– pacitas iuridica. Questa invece trae necessariamente con sè la