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92 La confessione delle parti nel proc. can. ridico, modo di disporre dei propri diritti) per Matteo Conte da Coronata, Giuseppe Messina e Holder; 4) una dichiarazione di scienza e di volontà insieme per Emilio Betti e Francesco Car– nelutti (anteriore al 1931). Tornando ora alle posizioni dei canonisti, vanno riferiti gli argomenti a favore della teoria negoziale (Matteo Conte da Coronata ed altri), che sono i seguenti: a) il can. 1750 (20) suppone nel confitente la persona standi in iudicio (21); questa a sua volta, includendo, oltre la capacità processuale, anche quella giuridica (22), esige necessa– riamente nel confitente la capacità di disporre del proprio di– ritto ( 23); ciò sarebbe superfluo se la confessione fosse una di– chiarazione di scienza; dunque la confessione giudiziale in que– stione è una dichiarazione di volontà; la parte, confessando, di– spone del ~roprio diritto (24), compiendo un negozio giuridico; b) v'è il principio: (< Onus probandi incumbit ei qui as– serit )) ( can. 1748, § 1), cui deroga la eccezione: « ... confessio iudicialis unius partis... relevat alteram ab onere probandi)) ( can. 1751), sempre però con le limitazioni previste dallo stesso canone; effetto di questa eccezione è il diritto, che viene a crearsi per l'avversario del confitente, di esigere dal giudice la emissione di una sentenza conforme alla confessione accetta– ta (25), senza che lo stesso giudice sia tenuto ad accertarsi della veridicità di essa; detto diritto ed il relativo dovere del giudice non possono spiegarsi, se non si ammette, che detta confessione civile giudiziale sia una dichiararzione di volontà, un negozio giuridico, con il quale il confitente dispone del proprio diritto; e) la revocabilità della confessione civile giudiziale, nei (20) « ... ab una parte... >>. (21) MATTI-rnus CONTE A CORONATA, O.F.M.Cap., o. c., p. 184. (22) CAPPELLO F. M., S.J., o. c., p. 131. (23) LEGA M.-BARTOCCllTTI V., o. c., voi. II, p. 644. (24) IDEM, p. 645. (25) IDEM, p. 644.