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Cap. 111 • Nel Corpus lur,is Canonici 83 sufficienti a dimostrare la responsabilità dell'accusato (168), g) la sua forma è tale che non renda invalido il torturato (169), h) è proporzionata alla gravità del delitto (170). Affinchè la con– fessione abbia efficacia di prova, occorre che il torturato persi– sta in essa anche dopo ( un giorno e una notte) la tortura ( 171). La premura, che hanno i decretisti e i decretalisti di river– sare nella dottrina canonica tutte le suddette precauzioni, pro– prie del diritto romano, denunzia già all'inizio del sec. XVII il loro disagio di fronte alla tortura. Essi, per quanto sotto il peso della tradizione giuridica tentino di giustificarla anche moral– mente ( 172), ne avvertono la irrazionalità e la insufficienza ad appurare la verità. Frutto della segreta ripugnanza della dot– trina canonica contro la tortura sono i libri, che, fin dagli inizi del sec. XVII, ne propugnano l'abolizione (173). Nell'ambito delle formalità della confessione, altro punto, sviluppato ed elaborato ampiamente dalla dottrina canonica po– steriore al sec.. XVI, è l'obbligazione morale per il reo di dire la verità al giudice, che interroga. Si tratta evidentemente della confessione resa in seguito ad una interrogazione. Si hanno i seguenti principi: a) I 'interrogato non è tenuto a confessare la verità, quando il giudice non in– terroga legittimamente; in questo caso l'interrògato può evadere la domanda del giudice, ma non gli è lecito mentire, perchè la menzogna è qualcosa di intrinsecamente cattivo; b) nel caso che l'interrogato dubiti della legittimità della domanda del giudice, (168) D. XLVITI. 18, 8; D. XLVIII. lE. 9. (169) D. XLVIII..18. 7. (170) D. XLVIII. 18. 10 & 3. Per tutti i requisiti, che condizionano la le– gittimità della tortura nella dottrina canonica vedi: REIFFENSTUEL A., O.F.M., o. c., in lih. Il, tit. 18, nn. 137-153 e vol. VII, Parisiis 1870, in Reg. VI, X, de R.J., n. 11. (171) REIFFENSTUEL A., O.F.M., o. c., in lih. II, tit. 18, nn. 147-148. (172) IDEM, vol. VII, Parisiis 1870, in Reg. VI, X, de R.J., n. 3. (173) V AN SPEE F., Cautio criminalis, lfi31; ScHALLER J., Paradoxon de tor– tura in christiana republica 11011 exercenda, 1657; NICOLAS A., Si le torture est un moyen. seur a vérifier les crimes secrets, 1682.
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