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APPENDICE LA MADONNA DELLA ROCCA Quando nel 185 7 i Cappuccini ritornarono a Cento, venne af– fidato alla loro custodia il santuario della Rocca, dove il popolo venerava e venera grandemente un'immagine della Madonna, fatta dipingere da un certo marchese Baso, comandante militare, nel 1597, in una stanza della Rocca. La devota effigie, chiamata anche Salus lnfirmorum e della Pioggia, è molto discussa. Alcuni ritengono che il marchese Baso, forse meridionale, or– dinò clze fosse ritratta l'immagine della Madonna dell'Arco nel borgo di s. Anastasia. Altri affermano clze sia opera di un soldato polacco, di guarnigione nella Rocca, clze intese di rappresentare la Madonna di Cesticovia in Polonia. Non mancano altri ancora, dalla seconda metà del secolo scorso, i quali pensano che l'effigie di Maria Vergine della Rocca in Cento sia veramellte originale, quella cioè che, percossa da mano sacrilega, si tinse miracolosamente di sangue. L'affresco ritrae, in modo rozzo e a mezza figura, la Vergine con manto azzurro e veste rossa che stringe dolcrmente il Bambino, mentre le scende, per ferita, sangue dal naso nella guancia destra. Nel 1939 fu riportato su eternit, liberandolo dalle moderne ritoc– cature a olio. Misura cm. 77x58. Fonti archivistiche Roma, 29 novembre 1721. Vincenzo Diogini acclude in una lettera a don Giuseppe Oallerani il breve di Innocenzo xm permit-

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