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- 22 - Cento, 24 agosto 1805. I Cappuccini ringraziano centesi dei favori ricevuti, prima di abbandonare il convento nel 1805. Signori, Chiamati spontaneamente dai vostri padri gli antichi nostri fratelli ad abitare fra voi, esaltarono fin da allora quella Provvidenza che qui li condusse e loro fissò il soggiorno. DQvendo ora noi, per superiore comando, abbandonare questa nostra dimora, esaltiamo e benediciamo ugual– mente quella medesima Provvidenza che da voi ci allontana, intimamente per– suasi che il volere del Sovrano è il volere di Dio. Ma ci sia permèsso pria di lasciarvi di esprimere alla vostra presenza e di depositare nei vostri cuori i sentimenti nostri, sentimenti della più giusta e più tenera riconoscenza. La moltitudine dei benefizi, dei quali pel lungo corso di ducento e ventidue anni furono ricolmi da voi e da quanti vi precedettero i nostri antichi fratelli, e che noi stessi abbiamo esperimentato sino a questo momento; la non mai interrotta parzialità di affetto di quella venerabile Arciconfraternita (1) la quale sempre ci ha contradistinti con i suoi abbondanti soccorsi; l'amore, la profusione, il rispetto di quanti vivono fra di voi, e signori di questa vostra illustre città, e coloni in questo vostro distretto, da noi sempre esperimentato e riscosso; sono i giusti motivi delle nostre compiacenze, della nostra riconoscenza, dei nostri più vivi ringraziamenti. Questi vi presentiamo con tutta la sincerità dei nostri cuori, nè mai cesseremo di presentarveli perchè mai dal cuor nostro cancel– leremo la memoria di voi e dei vostri favori. Essa vivrà in noi, e vivrà in ogni tempo nell'animo dei futuri nostri fratelli per tutte le parti del mondo, cui rac– conteremo le vostre beneficenze, onde rendere eterni colla gratitudine nostra i nostri voti al Cielo per la vostra pubblica e privata prosperità. Conservate, o signori, nelle patrie memorie, e molto più nel fondo dei vostri cuori questi sentimenti nostri; scolpiteli in quelli dei vostri figlioli, e questi li imprimano nell'animo dei loro più tardi nepoti, affincbè sappiano che alle beneficenze vostre e dei vostri padri, non è mai stata, nè sarà mai disgiunta la nostra troppo giusta riconoscenza. fr. Angelico [ Da!fiume] da Bologna, Guardiano. fr. Pellegrino Maria [ Scannavini] da Bologna, Vicario. fr. fortunato [ Checchi] da Bologna, Sacerdote. fr. Emanuele [ferranti] da Cento, Sacerdote. Data nel Convento dei Cappuccini di Cento il 24 Agosto 1805. [fuori]: Al Signor Presidente e Municipalisti / della Città di / Cento (2). ACC. s. I, se. 5, Corrispondenze d'Ufficio, b. 1805, c. i. (1) Si allude ali' arciconfraternita del Rosario. (2) Il p. Angelico Dalfiume da Bologna recitò queste parole nella seduta consigliare del 24 agosto 1805, alla quale intervennero il presidente, dott. Cre-

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