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Fede schietta e senza veli Da ,alcuni anrn, la Festa di San Felice da C~illt.alice, il ceileste Patrono della Parrocchia, dà •luogo a manifesitazioni semp11e più imporr– tanti. Essa è diventata una festa pop0rlare alla: quaùe oel,ebrazioni saore (riti lit'lllrgici e processione per l,e affollate vie del rione) , artistiche (musica in piazza di n,.1,merose, scel– tissiime bandle), folkloristiohe (si ;pensi alla fantasmagorica iMuminazicme delle strade e aJìl'ada!otbbo di finestm e balconi), gare spor– tive e un ,grandissimo conoorso di fedeli darlle b01J1ga,te periferiche e diaMo ste-5so centro del– l'U11be, coITTforisC()[lo un aspetto ipittoresoo e commovente. Neilla prima domen,i!oa dii Quaresima ( 6 marzo 1960), a Roma, dupHoo stazione litur– gica. Ment·re nelle navall:e dell'arcibasi,lica la– teraneinse « Mater et Capurt )) si snodava la prooessione d~l dero e del popofo secondo iJ vetuisto dda1fo della Uturgia romana, H Solffi[}10, PoD'tefice Giovanni XXIII a Cen– tocelle pwsiedeva analoga marnfestazione, Su CentoceUe è s•ceso il crepu- . scolo; ma, fiaoc:ole nelia mano . una toila di popolo compie il pio esercizio della Via cruds per le strade del rione, cantan– do le strofe deLLa pietà e del do– lore: Stabat Mater dolorosa...

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