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que critica, di qualunque resistenza, di qualunque privilegio; vi tro– viamo ribadita la povertà, il lavoro manuale, il ricorso all'elemo– sina. In sost~nza Francesco difendeva la sua « minoritas » nella Chie– sa, la sua visione evangelica, la sua perfetta aderenza a Cristo. In– sieme con il Cantico delle creature, il suo Testamento è il documen– to più individuale ch'egli abbia lasciato della sua concezione reli– giosa, l'espressione più completa del suo «messaggio». In questa forte visione storicistica, il Cantico delle creature « non è solo lode, ma un invito ad una lode che coinvolge tutta la vita morale, fino all'appello al perdono, alla pace, alla rottura del dramma dell'uomo-lupo così presente all'animo dell'uomo della tormentata vita comunale» (50). È lode e predicazione al tempo stes– so, in cui ritornano i temi evangelici della ricerca del regno di Dio, della penitenza, del perdono, della pace. Sono i contenuti e i va– lori evangelici che Francesco ha consegnato alla predicazione di ogni tempo. Modello ineguagliabile, eppure insopprimibile, di questa pre– dicazione, Francesco si fa « potente e originalissimo interprete della viva e vasta tensione spirituale, a base popolare, alla cui luce egli rivede e indirizza la sua stessa formazione culturale e la sua precoce esperienza di vita cittadina [ ... ], in direzione di una religiosità estre– mamente concreta, che ha superato la tentazione monastica e la sem– plice vita ecclesiastica» (51 ). È un modello ancora oggi attuale, poi– ché meglio di ogni altro palesa i contenuti e i valori eterni della predicazione cristiana: quelli della evangelizzazione e della promo– zione umana. (50) W. BINNI, Umbria, 466-474. (51) Ibid., 466 ss. - 28-

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