BCCCAP00000000000000000000705

Francesco d'Assisi stesso fu un interprete geniale di questa missione evangelica. Senza rinnegare la bellezza di questa « nostra madre terra» che regge e sostenta la vita umana « con diversi fructi, con coloriti fiori et herba », condivise la mobilità sociale degli uomini e la loro operosa e tribolata esperienza lungo le strade del mondo. Come. Cristo e gli apostoli, egli scelse per sé la libertà della povera -gente inserendosi concretamente tra chi vegetava o chi ascendeva per lenirne le nuove delusioni e temperarne le nuove speranze. In un momento di attività febbrile che dalle città maggiori si estendeva ai centri minori, gettò nuovamente il seme di idee evangeliche, e pro– pose esempi che confondevano « la nobiltà e la grandigia e la bellez– za e la fortezza e la sapienza del mondo» (37), ma senza umiliare gli uomini. Gli indelebili appellativi di frate e di sora da lui attribuiti a tutte le creature, gli appelli al perdono, alla pace, al bene, sospin– gevano verso una religiosità estremamente concreta, in una pre– coce esperienza di vita cittadina che superava la tentazione mona– stica. e la monopolistica visione ·clericale (38 ). Fu un predicatore né monaco, né chierico, nel senso tradizionale dei termini. Fu un predi– catore cristiano. Diversi suoi scritti personali ben rappresentano la summa più completa dei grandi temi, sia devozionali che pastorali, da lui predicati al popolo, e dove i tratti più autentici della sua pre– dicazione acquistano un rilievo assai più netto che non nelle sue più antiche biografie. 5. - Visione e godimento nuovo dei misteri cristiani La « sicurezza» profetica con la quale Francesco ha avvertito la chiamata ad essere « interprete dellà parola e della volontà di– vina», nasceva dal fatto che il Vangelo, e gli avvenimenti in esso narrati, non costituivano per lui qualcosa di già passato. Cristo era presente, in quei giorni, e indirizzava allora il suo messaggio, pro– prio a lui che l'ascoltava. Francesco si sentiva «contemporaneo» di Cristo;· e· il segreto della sua evangelicità sta appunto in questa «contemporaneità». In questo senso, il crocifisso di San Damiano (37) Fioretti, c. 10. (38) Cf. W. BINNI, Umbria, in W. BINNI-N. SAPEGNO, Storia letteraria delle regioni d'Italia, Firenze 1968, 466-474. - 22--,-

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz