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rispettosa della pace sociale, sensibile ai bisogni espressi dai gruppi dominanti e alle loro preoccupazioni, quando costumi e mode am– biziose o viziose minacciano le stesse basi economiche della società. Preoccupata nel rivendicare la religione e la pietà come componente della vita quotidiana, tale presenza pastorale è costantemente di– retta a riformare e a illuminare, persuasa che il vizio e l'ignoranza non sono solo deficienze individuali, bensì squilibri sociali. Anziché ricorrere perennemente alle minacce di castighi celesti o offrire esclu– sivamente mezzi carismatici di salvezza, la predicazione francescana sollecita - come abbiamo detto - qualsiasi autorità o capacità di intervento, promovendo riforme, vivificando l'attivismo delle asso– ciazioni laicali e le loro finalità benefiche, provvedendo particolar– mente alle esigenze spirituali e materiali del ceto medio, benestante o meno. L'associazionismo religioso laicale, promosso dalla predica– zione francescana attraverso i secoli, rispecchia chiaramente, e forse meglio di ogni altra iniziativa, l'attivismo pastorale dell'annuncio del Vangelo non solo come aspirazione ad una pratica cristiana più rigo– rosa emergente dal basso, e come strumento di promozione e di diffusione della dottrina e della educazione religiosa; ma anche come tendenza a riprodurre o a vivificare apparati di difesa o di repres– sione che sono essi stessi simboli di potenza e di promozione umana e sociale. La stessa istituzione dei Monti di pietà (35) - operata dai predicatori francescani - muoveva su questo terreno di repres– sione e di difesa contro l'oppressione e lo sfruttamento, esasperati dall'accresciuta circolazione del denaro e della potenza dei banchieri. Ma rappresentava, al tempo stesso, il riscatto di aree in cui situare una presenza etico-pastorale nuova, nel quadro di un equilibrio socio-economico urbano. Se con tutto questo la predicazione francescana ebbe - attra– verso i secoli scorsi - un'incidenza pastorale notevole e il ricono– scimento di una funzione pubbli-ca e sociale, non è altrettanto age– vole misurarne la capacità di presa spirituale in termini dettagliati e concreti. In questi elementi fondamentali, abbiamo, in ogni caso, non (35) Una panoramica si ha, sull'argomento, in Picenum seraphicum 9 (1972) 7-314; ma si veda anche A. GHINATO, in Storia e cultura in Umbria nell'età moderna (secoli XV-XVIII). Atti del VII Convegno di Studi umbri, Perugia 1972, 475-517 (e discussioni, ivi, LIII-LX). -20-

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