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e perseverate nel bene fino alla fine» (26). La parola e l'accento di Francesco, accompagnati dall'esempio, davano credito ed efficacia nuova all'estrema semplicità di questo annuncio evangelico, ma al tempo stesso rivalutavano il carisma della predicazione popolare nella più perfetta ortodossia. Fin dagli inizi della sua esperienza religiosa, il poverello aveva compreso che il carisma della predicazione non poteva o non doveva essere che un carisma evangelico. Fu questa perfetta chiarezza di coscienza che lo portò a scegliere una strada nuova tra quella cle– ricale e quella monastica: la strada rivoluzionaria di « vivere secondo la forma del santo Vangelo». Inserendosi tra il clero secolare, mini– stro dei sacramenti e depositario esclusivo della cura delle anime e degli uffici pastorali ma nella stabilità delle chiese locali, e il mo– nachesimo che cercava di assicurarsi più agevolmente la salvezza eterna nell'esercizio delle virtù ascetiche, dei consigli evangelici ma nell'assoluto ritiro dal mondo, Francesco scelse una vita << impe– gnata» nella pratica e nell'annuncio del Vangelo. Pratica e annun– cio da esperimentarsi itinerando, come « pellegrini e forestieri » (27), data 1a decisa volontà di non volersi schierare né tra il clero secolare, né tra il monachesimo, che rappresentavano le forze « insediate » di una Chiesa feudalizzata. La predicazione itinerante configura per– ciò una mobilità sociale a cui intese adeguarsi l'esperienza francesca– na, con tutte le conseguenze di povertà, di iniscurezza, che ne deri– vano. Attraverso i secoli successivi varieranno sicuramente le enun– ciazioni programmatiche, le linee di movimento, gli strumenti adot– tati, ma proprio per il suo sostanziale e intenzionale allacciarsi alle conquiste operate nel secolo XIII, la grande predicazione cristiana ri- (27) Questa condizione esistenziale di « peregrinus et advena » nei ribadi– menti di Francesco (Regola bollata, c. 6, e Testamento: ed. K. ESSER, Die Opuscula, 368, 441), oltre a rappresentare la tipologia ricavata in filigrana sul modello di Cristo e degli apostoli, continua ad allontanare ogni idea istituzionale di « stato» o di « stabilità». Si vedano alcune osservazioni di fondo nel mio saggio su La povertà nelle Regulae di Francesco d'Assisi, in La povertà del secolo XII e Francesco d'Assisi (Atti dei Convegni della Società internazionale di Studi francescani, II), Assisi 1975, 217-253. (26} Regola non bollata (1221), c. 21: ed. K. EssER, Die Opuscula des hl. Franziskus van Assisi. Neue textkritische Edition, Grottaferrata (Roma) 1976, 394-395. -15 -

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