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del Vangelo, in contesti socio-economici solcati in profondità da ten– sioni particolarmente vivaci. La coerente. e decisa obbedienza di Francesco alla Chiesa - fin dagli inizi della sua esperienza evangelica - è fuori dubbio. Ma non va_ dimenticato il senso di fervida, spontanea convinzione della vali– dità e dell'autonomia della sua «riscoperta» evangelica palesata nel suo Testamento: « Nessuno mi mostri1va che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo». Sarebbe sordità morale non avvertirlo, o non séoprire in esso la denuncia di una precisa carenza sia pure solo organizzativa, da parte della Chiesa gerarchica, insieme con l'affer– mazione della diretta deduzione dal Vangelo di una forma di vita che solo dopo era stata obbedientemente sottoposta all'approvazione del pontefice: « Ed io con poche parole e semplicemente la feci scrivere e il signor papa me la confermò» (25). Allo stesso modo che la « forma di vita » francescana era rical– cata sul Vangelo, la nuova predicazione mutuava da esso i suoi insegnamenti, il suo magistero. I contenuti e i valori della predi– cazione venivano così a identificarsi con quelli della predicazione evangelica. Per questo Francesco desiderò che i suoi frati non abban– donassero mai, accanto a qualsiasi lavoro che fosse onesto, il genere semplice e popolare della predicazione penitenziale: « Questa o simile esortazione e lode tutti i miei frati, quando vogliono, possono rivolgere a ciascun uomo con la benedizione di Dio; Temete e ono– rate, lodate e benedite, ringraziate e adorate il Signore Dio onnipo– tente nella Trinità e nell'Unità, Padre e Figlio e Spirito santo, crea– t.ore di tutte le cose. Fate penitenza, fate frutti degni di penitenza, perché sappiate che presto morirete. Date e vi sarà dato. Perdonate e vi sarà perdonato. E se non perdonerete agli uomini i loro pec– cati, il Signore non vi perdonerà i vostri peccati. Confessate tutti i vostri peccati. Beati coloro che muoiono nella penitenza, poiché sa– ranno nel regno dei cieli. Guai a quelli che non muoiono nella peni– tenza, poiché saranno figli del diavolo, di cui sono collaboratori; e andranno nel fuoco eterno. Guardatevi e astenetevi da ogni male (25) Cf. R. MANSELLI, Rassegna di storia francescana, in Rivista di storia e letteratura religiosa 1 (1965) 125. -14 -

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