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a quello della morale del Vangelo: i dotti hanno segnalato molti precedenti e riscontri, soprattutto nella tradizione giudaico-rabbinica, ai detti di Gesù; ma il Discorso della Montagna rimane qualcosa di cui nulla si è inteso di simile, né prima né poi» (22). Il nucleo dei contenuti e dei valori della nuova predicazione sgorgava indubbiamente dal messaggio evangelico, ma la sua ripro– posta portava l'impronta della personalità e dell'esperienza di Fran– cesco. Fu l'originalità di questa esperienza che contrrbul non solo a non suscitare contrasti in seno alla società civile o ecclesiastica, ma anche a colmare il distacco fra il clero e il popolo, a riportare la reli– gione alle folle, soprattutto nei tessuti urbani. Le popolazioni citta– dine non potevano, del resto, essere molto in contatto con i mo– naci che vivevano nei monasteri di. solito appartati nelle compagne.. Il monaco appariva al popolo, anche quando era perfettamente ri– spettabile per la sua condotta di vita, come appartenente all'aristo– crazia feudale, e quindi era sentito in generale lontano ed estraneo più del clero secolare. Al contrario la vita francescana, vissuta nella più ottimistica visione del cristianesimo non chiudeva i frati minori fuori del consorzio umano, ma li immetteva in stretta comunione con la vita popolare che da questo contatto veniva moralmente elevata (23 ). La nuova predicazione intese corrispondere soprattutto a queste esi– genze: situare una presenza pastorale in queste aree. Questa predi– cazione non imponeva a nessuno il genere di vita francescana, la sua povertà. Cercava di ridurre, con la parola e con l'esempio, i beni cercati dai più al loro giusto valore. « Diceva e praticava che l'ele– mosina era l'eredità di Cristo per chi non aveva nulla, ma non se ne doveva prendere se non quanto abbisognasse veramente, e si do– veva essere pronti a lasciare anche quello a chi avesse necessità mag– giore, altrimenti si era ladri». Non condannava il lavoro, « fonte della nuova ricchezza e di una vita più gioiosa»; indicava, anzi, « come l'ideale che tutti lavorassero, contentandosi di vivere del- 1' opera propria, senza accumulo di ricchezza personale sottraente ad altri il necessario » (24 ). Con il francescanesimo, la predicazione tende dunque a proporre un modello stimolante di pratica attuazione (22) L. SALVATORELLI, Movimento francescano, 426. (23) STANISLAO DA CAMPAGNOLA, Gli ordini religiosi, 474, 490. (24) L. SALVATORELLI, Movimento francescano, 433-434. -13 -

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