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f>. GAETANO MIGI,IÒRINI DA BE;RGAM() 5 tore di ascetica, Ambrogio da Soncino, apostolo tra gli schiavi di Algeri, Ignazio .Imberti da Casnigo, invitto difensote del cattolicesi– mo nella Svizzera, ed altri religiosi celebri per santità e dottrina. Queste figure di uomini eminenti e l'esempio del serafico Padre furono certamente le guide ispiratrici più sicure del nostro Fra Gaetano Maria nell'annb del noviziato. Infatti, il Viscardi scrive di lui, che fin dai primi giorni mo– strò tale entusiasmo e fervore che riscosse da tutta la famiglia re– ligiosa ammirazione ed affetto. Sotto la guida del suo maestro, qualche volta forse un po' troppo austero, Fra Gaetano Maria, tut– to preso dall'ideale della nuova vita, si sforzava animosamente d'immedesimarsene lo spirito e di attuarne in sè le virtù più ca– ratteristiche, come la modestia, l'austerità, l'amore al silenzio, la semplicità. Un episodio rivel~tore del suo spirito: per una leggera mancan– za, il Maestro un giorno gli impose la penitenza della disciplina senza, peraltro, indicargliene la durata. Il novizio si appartò su– bito, per c~mpiere quell'atto di mortificazione. Ma poiché tardava a tornare, il maestro, ricordandosi della sua inavvertenza, andò egli stesso a richiamarlo, mentre il giovane si stava battendo a san– gue, senza alcuna intenzione di porre termine alla aspra flagella– zione. Il maestro allora lo sgridò, e chiese perché mai quella sua stranezza. Ma egli si scusò dicendo, che, non avendo ricevuto l' or– dine di flaggellarsi per un tempo determinato, aveva deciso di sve– nire sotto il flagello prima che interrompere quel severo esercizio di penitenza, senza un preciso comando di chi glielo aveva prescritto. Con tale preparazione spirituale, egli emetteva la sua professio– ne religiosa precisamente un anno dopo la vestizione, e cioè il 3 maggio dell'anno 1692. Aveva quindi 20 anni. Altri tre anni di raccolta preparazione spirituale Dopo la professione, Fra Gaetano, come si usava allora presso i Cappuccini, passò tre anni nel Chiericato. Il quale, più che uno studio, doveva considerarsi come una palestra spirituale e un pro– lunga~ento dello stesso noviziato, in cui il neoprofesso doveva attendere quasi esclusivamente a darsi una formazione spirituale, sempre più soda ed aderente alla vita di perfezione intrapresa. Chi non avesse avuto sufficiente preparazione nella lingua la– tina, avrebbe potuto applicarsi allo studio della medesima, ma soltanto « in forma privata».

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