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P, GAE:TANO MIGI,IORINI DA BE;RGAMO gersi ancora all'inizio delle « Istruzioni morali, ascetiche sopra la povertà dei frati Minori Cappuccini», che il da Bergamo gli ave– va dedicato. Divenuto quindi Papa, confessava « che di lungo tempo era solito a servirsi per il cotidiano esercizio della sua meditazione dei libri di questo Autore, intitolati: Pensieri ed Affetti». Il P. Ilarino da Milano ritiene che il Papa, parlando in tal mo'– do, volesse alludere propriamente all'opera, così conosciuta e sti– mata del P. Gaetano, intorno alla Passione del nostro Signor Ge– sù Cristo; alla quale, come è noto, egli diede il suddetto titolo. « Pensieri ed Affetti sopra la Passione » È questa, forse l'opera più ~nota del da Bergamo; e non mancò chi la ritenne come il suo capolavoro. Anche in ordine di tempo, è ritenuta la prima che sia uscita dalla sua· mente e dal suo cuore di asceta. Ed è sopra di essa che noi intendiamo richiamare l'attenzione delle anime dei nostri tempi; perché riteniamo, col pio Autore che « la Passione di Gesù Cristo è il più degno e il più efficace oggetto che possa da noi meditarsi. Siasi nello stato di peccatore o inno– cente, nello stato di penitente o contemplativo, la Passione di Gesù Cristo è per tutti; e tutti da questa possono ricavarne più frutto che da tanti altri o mistici o morali argomenti, sia per la fuga dei vizi· o per l'acquisto delle virtù o per l'arrivo alla perfezione » (2). Tuttavia, affinché non desti meraviglia questa riesumazione di un Autore del Settecento, in mezzo alla copiosissima fioritura di meditazioni moderne, aggiornate ed accomodate al gusto del nostro tempo, esponiamo brevemente i motivi delle nostre prefe– renze. Anzitutto si tratta di un « libro di indiscutibile valore, ri– velandosi ricco di soda dottrina e di pietà sincera e profonda che mira non a uno sterile sentimento del cuore, ma alla riforma della vita: la figura del Cristo appassionato, potentemente scolpita in molte meditazfoni, non può non agire con forza sull'anima e muo;; verla a proposito di bene ii (3). Né si creda che le numerosissime citazioni bibliche e patristi;; che formino una specie di mosaico, o siano poste ivi senza discer- (2) Cfr. Da Nembro, op. cit. pag. 219, nota 76. (3) Cfr. Da Neml)ro, op. cit. pag. 220.

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