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'p, GAE:1'ANO MIGLIORINI DA BERGAMO 13 volendo fare nelle sue mani - come di fatto fece - un'esatta con– fessione generale di tutta la sua vita, dopo la quale, nel tempo che ancora sopravvisse, ogni giorno, e spesso due volte al giorno, si confessò. Postosi così nelle mani e sotto la direzione del nominato padre, «non volle più sentir parlare né di studi, né di libri, né di stampe». Ai primi di settembre del 1753, in età di ottantun anni chie– se la santa Comunione in forma di Viatico, e, dopo pochi giorni, si addormentò nel Signore, dopo 62 anni di vita religiosa, ricco di grandi meriti, ed esercitato nelle più: belle virtù, specie dell'umil– tà e della carità, che egli tanto insegnò e raccomandò nei suoi nu– merosi libri di meditazione e. di pietà cristiana, ed in quelli anco– ra che egli compose, dopo adeguata preparazione filosofica, giu– ridica, teologica ed oratoria, « sugli indirizzi delle diverse scuole di spiritualità, sul valore, la finalità e i risultati· delle aspre pole– miche, in atto fra i teologi, sulle nuove correnti di pensiero prove– nienti d'oltre-alpe, ovvero nate in Italia, spesso agitate da mani– festi segni d'insofferenza vèrso il passato)) (Da Nembro, pag. 324). Nel pensiero dei Sommi Pontefici Quattro Sommi Pontefici, contemporanei del da Bergamo, eb– bero grande stima e lo lodarono con parole di alto encomio, per la sua opera di scrittore ascetico-mistico: Benedetto XIII, Benedet'... to.XIV, Clemente XIII, e Clemente XIV. Il primo lo chiamò« uo– m~ singolare, che molto avrebbe giovato al clero e al popolo cri– stiano, se l'incominciata carriera di scrivere avesse avuto prose– guimento)), Il .secondo ebbe a dire: « Il P. Gaetano Maria da Ber– gamo è uno di quei pochi scrittori dei nostr.i tempi, che con raro discernimento han trovato la maniera di appagare la mente e il cuore, senza che la sodezza della dottrina inaridisca la morbidez– za della divozione, e la dolcezza della divozione affievolisca la ro– bùstezza della dottrina )), Clemente XIII, essendo ancora Cardina– le e Vescovo di Padova, tenne con lui « lungo tempo, confidente carteggio, gli chiese più volte consiglio negli affari più ardui della sua pastorale sollecitudine, e in una delle ·sue lettere affermava che egli portava invidia alla Chiesa di Bergamo, perché, alle oc– correnze, aveva in pronto un sì valente operaio per assisterla)). Infine Clemente XÌV, lo conobbe da religioso e maestro nel suo Ordine dei Minori Conventuali, e gli diede lode, che può leg-

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