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P. GAE'tANO MIGLIORINI DA BERGAMO mente dalle più erudite, applausi fuori dell'ordinario, Si dice che non terminò mai in un luogo il suo quaresi,male, che non venisse pregato di riassumere l'impegno di un'altra quaresima sul mede– simo pulpito. Andavano a gara i pastori delle anime più zelanti per averlo predicatore nelle loro chiese; e bastava che corresse vo– ce che in quel dato giorno doveva predicare il P. Migliarini, per vedere tutta la gente delle contrade circonvicine concorrere in gran folla per ascoltarlo. Alcuna volta gli accadde che, non potendo capire l'udienza den– tro le chiese quantunque vaste, dovette predicare all'aria aperta e nelle pubbliche piazze. Tuttavia bisogna dire, per non mentire alla storia, sia per la inesp~rienza della sua vita giovanile e per la sua indole focosa ed esuberante, sia per incapacità, nel primo momen– to,' di sottrarsi alla moda del tempo, non mancò di indugiare, per un certo periodo, in una forma di predicazione fronzuta, retorica e va– na, non conveniente né al suo abito né alla serietà e rispetto che si deve alla parola di Dio. Se ne avvide però ben presto, e subito tor– nò sulla retta via, come appare specialmente da ciò che scrive nel– la sua opera: « L'Uomo Apostolico al pulpito>>. Fu rilevato pertan– to di lui: << Ma fortunatamente la severa formazione avuta e l'in~ tima ispirazione hanno il sopravvento; persuaso che da quel gesto dipende il suo avvenire, non solo temporale, ma eterno, dà mano alle prediche e le getta immantinente sul fuoco, esclamando: « Perite, i– dolo della vanità; vi rifiuto le mie adorazioni>> (Da Nembro, pag. 82). Predicatore evangelico e popolare Da quel momento egli divenne il predicatore veramente evan– gelico e popolare, quale convie11e a tutta la tradizione apostolica e francescano-cappuccina. « Fu d'indi in poi - scrive l'autore del Ristretto della vita - semplice nel suo dire, piano e popolare, sicché lo potevano intende– re, egualmente che le persone dotte, i plebei più incolti e le donnic– ciole più ignoranti. Alla chiarezza del parlare tenne però sempre unito un fondo di dottrina e una tal vastità di sacra erudizione che certamente lo rese singolare, come ogni persòna può persua– dersi leggendo i sermoni che pubblicò nella sua Morale evangeli– ca. Dopo d'allora fu sempre nemico di ogni minima oscurità e nel pcl,rlare e nello scrivere; e molte volte, ragionando di predica, so– leva condannare quanto vi è di più riprensibile ne' predicatori, quel vano studio di pellegrine parole e 1i espressioni ricercate che,

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