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\ 34 Ognunc, sa che il Turchi è stato precet– tore di questo Sovrano ed il lodato editto può riguardarsi com'e il compendio delle massime, che affetta (cos1 suppone il So– pransi) di propagare il nostro oratore, ed il frutto princlipale delle sue istruzioni ». 11 Chi vuol sapere a pieno qual sia stat<:> :il cultor, guardi il terreno. .Senza mischiarsi di ciò che fanno li so– vrani in casa loro, potremo riguardarlo come up. parto del vescovo di Parma, e fa– re alcune riflessioni brevissime che servono di chiusa a quelle che si sono fatte sulle omelie ». Queste parole di danno un' altra prova per ritenere il Turchi magna pars nell' a– bolizione delle leggi giurisdizionaliste. Questo documento vale di più delle ac– cuse dell' A. del «Non Praevalebunt ». Se il Nunzio scrive: « se Dio vuole riuscirà anche per questa via », è segno che il Tur– chi non è poi così giansenista come lo ri– tiene l' A. Se a, P'arma furono abolite le leggi giurisdizionaliste, si deve in modo .particol.are all' influenza del Turchi. Chi non; sa, che dopo la cacciata del D'u Til– lot (1771) la politica ecclesiastica di reazio– ne aJle, sue: leggi ifu sostenuta dal Turchi (62)? E' anche risaputo che i Giansenisti Tosca.– ni, t:itenevano il Turchi come l'anima della :réazione a Parma. Il De 'Potter ci riferì- 62). G. Drei, Sulle Relazioni tra la San– ta, Inquisizione e lo Stato nei Ducati Pa1·– mensi ( sec. XVIII), in « Studi di Storia e di Oritica » dedicati a Pio Carlo Falletti e d•agli scolari celebrandosi il XL anno di insegnamento. Bologna, Nicoh1. Zanichielli 1915. Vol. in-4° di pag. 612. Lo studio del Drei pag. 577-610, dimostr.a come il Duca di Parma reagisse ,Ctontro i provvedimenti del Du Tillot. Benchè in esso non si faccia accenno al Turchi, pure sapendo -quale in– fluenza aveva in Corte e quale amicizia gli professava il Duca, è facile dedurne l' in– fluenza che, indubbiamente, ebbe il T. in queste faccende. sce C'he il Vescovo di Pistoia era pieno av– versario del Turchi (63). E potremmo continuare nelle nostre pro-– ve, ma non vogliamo far perder la pazienza_ ai lettori. Soltanto vorremmo domandare all' A. qua– li relaz;ioni hanno le accuse d1e rivolge al T. colla devozione al S. Cuore. Nelle ope– re del T. nulla vi è, clontro la devozione al S. Cuore di Gesù. Possiamo, anzi, aggiun– gere che durante il governo episcopale del T., usciva, in Parma. una traduzione 'dal francese de « Lo Spirito e la Pratica della Divozio'ne al Sacro Cuore di Gesù» dedica– to: <1A Sua Altezza Reale D. Ferdinando I Infante di Spa,gna, Duca di Parma, Pia– cenza, Guastalla, ecc.. » Parma, dalla Stam– peria Garmignani 1795. Con approvazione. Vol. in 1,6a di pagg. 44,3. Un libro uscito in Parma nel 1795 con l'Approvazione e per di più dedicato a, S. A. R., non poteva essere ignorato d.a Mons.. Turchi, al quale il Duca Ferdinando in– viava anche le più minute informazioni (64), per la grande amicizia che li univa . Mons. Francesco Magani per il Turchi A questo punto tornano opportune le– parole scritte da S. E. Mons. Francesco :Magani, altro grande Vescovo di Parma, a propòsito delle amarezze del Tur<ihi. « E pensare che non furono no le bricco– nate giacobine quelle da ooi venne :amàreg– giato, aspreggiato nell'autunno innolt'rato della sua vita; siamo sinceri, quei sbracati 63'), De Potter, Vie et Mèmoires de Sci– pion De Ricci 1826. T. 3° p. 323, in nota. Il De Potter tratta assai duramente– Mons. Turchi perchè nemico di tutte le i– stituzioni del Gran Duca Leopoldo. 64). Per avere una idea dell'ami– cizia che ·passava tra il Ducia Ferdinando e· Mons. Turchi, riproduciamo una lettera. rise,rvata del Duca al Vescovo, dalla quale si vede chiaramente che il Duca informava. il Vescovo anche nelle più piccole cose:

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