BCCCAP00000000000000000000699
28 c' entrava affatto la dottrina giansenista {45). Era. poi naturale che un tal personag– gio avesse amici tra il Clero regolare e se– .colare. Gli furono amici il vescovo Pettorelli di .Parma ( 46), Mons. Pietro Cristiani vescovo di Piacenza (47), molti Preti del Ducato, vari Teologi del Collegio Alheroni, il fran– cescano P. Flaminio da Parma, il P. Ma.zza Benedettino (48), il Certosino P. U– go Aretusi di Parma (49) e molti altri più o meno noti, senza fermarci ai nomi del P. .Paciaudi 'Teatino e dell'Ab. 'Bianchi di Mo– dena, i ,quali indubbiamente influirono sulla politica giurisdizionalista del Du Tillot. Non è meravigEa, quindi, se il T., che nel ~uni lodato a Cielo, da altri soverchiamen– te vituperato», ne enumera serenamente i pregi dell'ingegno ~ dell'animo, ne loda ]'opera spi<:lgata per l' incremento della ci– vile prosperità, e coltura, pur deplorando la sua politica verso la Ohiesa, e conclude che il Ministro cadde, nia le sue riforme dura– rono. Anche la sua azione per tassare le mani– morte dapprima, e per incamerarle di poi, va studiata, in rapporto al movimento ge– nerale di quel tempo ed alle condizioni par– 'ticolari del ducato parmense. Le condizioni del Ducato erano misere– voli, ed il Olero secoiare e regolare posse– <leva nella massa una buona parte del ter– ritorio dello Stato,. ed i possessi ecclesiastici erano immuni da tasse. ·Il Clero regolare non mendicante aveva numerosissimi fondi, godeva due terzi de' migliori beni dello Stato. La sola Certosa di Parma aveva 80.000 lire parmigi;me nette all'anno, di rendita, ·1e -quali uscivano quasi tutte dallo Stato (Ar– chivio Stor. Parm. XXIV, p. 73). Non è quindi da meravigliarsi se Teo– logi e Religiosi vedevano di buon· occhio le amichevoli trattative colla S. Sede per arrivare ad un accomodamento. 46). Benassi (1. c.) Arch. Stor. ,Pann. XXIV, p. 78; Drei, Notizie sulla Politica -ecl'J/esiastica del jJ{inistro Du Tillot, XV, pag. 197. 47). Benassi, Arch. Stor. Parm. XXIV, pag. 85. 48). Benassi,, Arch. Stor. Parm. XV,: 13ag. 116. 49). Benassi, Arch. Stor. Parm. XXIV, pag. 71. frattempo era stato. chiamato ad essere Pre– dic'atore di Corte, dove forse altri aspira.va di arrivare, fosse amico del Du Tillot. l\fa anche a proposito di questa nomina possiamo dare qualche notizia più precisa che illumina sempre meglio la grandezza del Turchi. Il Turchi fu nominato Predicatore Or– dinario di Corte il 25 giugno 1768 (50), ma soltanto ,due anni dopo (51) iniziò il suo ministero. Perchè questo ritardo? Una minuta di una lettera, che, fortunatamente, abbiamo trovato (52) ci chiarisce questo ri– tardo. La lettera che riteniamo rivolta al P. P,aciaudi Teatino così suona: cc Vi prego di umiliare li miei ossequentissimi ringrazia– menti al Signor Ministro per la cortesissi– ma esibizione, che• si. è degnato di farmi. a mia sicurezza, ma fino a tanto che l' affare di Roma, sta per me dentro li confini del semplice dubhiò, non saprei accettare sen– za rimorso la grazia del mio Ven.mo So– vrano, non avendola peraltro meritata giammai». Ma dall' amicizia col Du Tillot, ad essere apostolo fanatico ael Giansenismo passa iù– duhhiamente una bella, distanza .... Ma vo– gliamo concedere di più.... In un tempo di grande confusione di idee, di grandi lotte nel campo dogmatico, tra i seguaci di S. Agostino ed i seguaci di I\/Iolina, nel campo morale, tra i faut.ori del lassismo, del pro– babilismo, del tuziorismo, del rigorismo, ed anche tra i veri fedeli di Giansenio, nel campo giurisdizionalist,a, tra gallicani, giansenisti seguaci della Scuola Pavese e di Scipione de Ricci (53) e tra quelli sempli– cemente amanti dì riforme disciplinari, di 50) . .Mss. Campori, in Biblioteca Estense. 51). Archivio di Stato di Modena Cor– rispondenza Malvolti da Parma. 52). Mss. Campori, Autografoteca, dove sono raccolte molte carte del T. 53). A. e·. Temolo, Il Giansenismo in, Italia citato. ·
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz