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revisori, attendiamo che ci si adducano li– bri giansenist,i e contro la Chiesa rev,isi ed approvati da lui. n T., dicono i giansenisti, seppe .mante– ; nefsi a galla in ogni tempo, e come era amico del Due'a Ferdinando fu , amico anche del Du Tillot (43). Ammettiamo senz'altro che 43). Sopraùsi 1. c. 44). Intorno all' amicizia del T. cml Du T'i11ot non devesi anche qui esagerare. A– micizia non vuole dire approvazione di o– gni atto. ,Anche il Benassi nel suo studio sul Du Tillot ne n@:rla, ma 11011 è sempre attendi– bile. Per quanto diligente ed accurato, dob– biamo tener presente che il suo lavoro ha uno .scopo prefisso: l'ésaltazione del ministro Du Tillot, è a tesi storica, c!ome si suol dite, e tutto deve convergere ad illustrare la sua figura centrale, ,e quindi anche la let– tura dei documenti è fatta da lui alla lu– ce di quella lampada che egli ha accesa dinanzi al suo jJfinistro Francese, beneme– rito di Parma indubbiamente! ma non pri- vo di gravi torti. · Difatti il P. Adeodato, Guardiano dei Cappuccini di .Parma, invitato dal Du Tillot a togliere uno dei P. Cappellani dall' Ospe– dale perchè in urto coi Conservatori dell'O– spe:dale di Parma, gli risponde che non può disubh~dire all'Inquisizione, neppu– pure se lo protegge il Ministro, perchè quella lo raggiungerebbe ugualmente fuori di. questi ~tati, ov'è costretto a rééarsi co– me predicàtor,e... (A. S. P. Lettere del maggio 1762, in Frati e Mònadhe. Benassi XXIV, pag. 75). Il ·p. Turchi studio~o ,di cose politiche, quando vuole libri moderni,_ si rivolge al Ministro, il quale glieli impresta (ivi lett. 12 agosto 1762). Potranno ,essere anche il Contract Social di Rousseau, ed altri li– bri proi:biti, ed il P. 'Turchi ,se ne servirà anche nelle sue prediche per 1qiò ohe :ri– guarda la cultura. generale, ma è bene sa– pere, che nei documenti. che si conservano a Modena ne Mss. Campori presso fa R. Biblioteca Estense, vi si trovano due fa– coltà di leggere i libri proibiti di cui il P. Turohi era munito, l'una ordinaria del 15 febl;>raio 1757, .l'altra del 19 giugno 1761, coUa quale gli veniva concessa la lettura ,anche .dei libri che trattavano ex profesl5o contro la religione. RilevaTudo il deside~ • rio del T. di conoscere i libri nuovi non si creda che egli fosse ammiratore cieco dei libri dei filosofisti di Francia; :in una lettera del 21 27 il Turchi fu amico del Du TiUot (44). Se non'vogliarno essere estremamente miopi, nel , Du Tillot non si deve vedere soltanto il mi– nistro giuris'dimonalista, ma un abile uomo– politico, un riformatore che estese la sua, o– pera alle arti, alla finanza, alle lettere, . ai poveri e a tante altr,e cose nelle quali non gennaio 1764 Car•t. Borb. 960 A .. S. P., parlando del libro Sur la, tolèr(J//1,ce religieuse del Voltaire, scrive, che nulla vi è di nuovo• e si merav~glia che tratti buffonescamente una materia sì grave. H P. 'T. è incariclato dal Ministro della ricerca di un valffilte professore di diritto, pubblico, e con lett. 29 marzo 1764, pre– dicando a Luoca. gli· comunica clhe in, To– scana non se ne trova, onde a lui parrebbe– se ne. ,dovesse chiamare uno dalla Germania. dove questa .scienza è molto coltivata, e più ne sa uno scolaretto di Gottinga e Lipsia. dha i nostri migliori avvocati. (ivi). Non c'è merav~glia 19iuindi se il Du Til– lot scriveva fottere elogiative del P. Turchi a Lucca, a Napoli, a Bologna, facendo co– noscere ai suoi amici le qualità non comuni del T. Sappiamo anche che, c'olpito il Du 'Tillot da febbri terzane chiama a, re il P. 'Turchi per farsi ammin'istrai:e i Santi Sacramenti (Benassi U. cc Ar<ih. Stor. per le Prov. Parm. » XXIV, 201). Vedi anche Carteggio Bianchi Archivio di Stato, Mo-. dena 18 sett. 1768, e Lettere Paciaudì in Arch. Vescovile di i>iacenza. 45). Il Pezzana lo chiama «Mecenate di ogni !bella disciplina,» (nag. 124) «promo– tore indefesso e generoso di ogni letterario intraprendimento» (u. 305); il P. Affò scri– ve: e< Era, pur uomo grande e di grande men– te, e salvo alcune cose mali !fatte, .aveva operato assai bene a pro di tutti. Coi;t lui partì. da ,questa oittà la magnificenza ed il buon gusto». (Ms. Parm. 963. fol. 142) ed anche nel « Saggio degli errori sp<1rsi nella· Pmrma accademica del Signor Abate Paolo Luigi Gozzi. Parma per il Du Tillot meritò, di essere chiamata N ov·ella A tene. Lo sws– so Oesare Cantù ripete gli elogi di buona. .amministrazione, di economia oon magni– fii<~enza, ,di fermezz;a ,d.olce, di disinteresse, di splendido mecenatismo '( Storia degli I– taliani, (1. ed. 1854) 2a ed. Torino 1858, IV., 90-94-50, 4a edz. pagg. 555-557. Mons. G. M. Allodi, canonico del Duomo idi Pa.rma, nella sua Serie cronologica dei V escavi di Parrna con alcuni cenni sui prin-: cipali avvenimenti civili, 'Parma 1856-57, II., pag. 437-38 dopo averlo detto «da aì-

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