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16 massime; e cò!\Ì vendicarsi contro di me per qu€Sto solo delitto, che non son sue. Tre sono le Rifiessiom: di quel Libretto, che meritano in particolar modo di essere esaminate. La prima cioè al N. 3., la secon– da al N. 1'9, e la, teFza al N. 24. Nella pri– ma si vuole, che io ammetta nei V esoovi una pienezza di podestà, e ohe per conseguenza li creda e.~uali al Romano Pontefice, solo Vi– cario di iGEiSU' CRISTO in terra. Nella se– conda si dice, che io condanno l' Inquisizio– ne. Nella terza finalmente si vuol tfar crede– re, ohe io faccia i Preti eguali al Vescovo. Se .in queste materie fosse permesso di dire il vel'o scherzando, direi, che unendo la pri– ma e l' ultima massima, il mio amor proprio non ci troverebbe il suo contento. Come? Fa– re il Vescovo eguale al Papa e nel tempo stesso abbassarlo per renderlo eguale ai Preti? Eppure son queste le op:ìnioni di moda; ma la mia religione e la mia dottri– na 0 non son di moda. La Riflessione prima che è al N. 3, si a.g1gira sopra queste mie parole: Ora di·ue– =to V escavo io stesso, p1·edico con quella pienezza di podestà, che mi fu data dall' al– to per ben delle an.ime vostlf'e; e quindi si pretende inferire, che io faccia i Vescovi eguali al Papa. Ma .il senso ,di tali parole salta agli occhi per chi non vuol travedere. Non parlo, qui che della sola predicazione, e dico ohe predicai altre volte in questa Chie– sa medesima, che predicai in luogo, e colla m,issione del V escovo allora vivente; ma in oggi divervut~ V escavo io stesso, predico con quella pienezza di podestà, che mi fu data dall'alto per ben delle anime vostre. Cioè, C'he in qualità di Vescovo ho una pienezza di Podestà per predicare al mio popolo, sen– z' aver più bisogno della missione di un al– tro Vesoovo; podestà, che mi fu conferita nella mia Consacrazione con quelle parole praedica Evangelium. Questo è il senso ovvio e naturale delle :mie espressioni ; ed in faccia alla Verità stessa, che è Dio, protesto di non aver mai avuto in vista altro senso. Non vi voleva che uno spirito di pa.rtito per istravolgere un senso sì semplice e sì vero, onde far credere al mondo, che io nutrissi. l' erroneo e pernicioso principio, essere tutti i Vescpvi eguali al Papa, il quale solo, co– me Vicario di G.ESU' ORIS,TO in terra., possiede la vera, ed universale pienezza di podestà e di giurisdizione, come chiaramen– te ho espresso e nella mia Pastorale, ed in altre Omelie, e con tutta precisione nell' E– ditto per la dispensa del quaresimale di– giuno. Nella seconda Ri.fiessione, che è al N. 19, si dico che io condanno l' Inquisizione. E per qual motivo? Perchè dopo aver inveito contro· gl' increduli, e contro i nuovi rìfor– matori, così parlo al mio Popolo: Se questa peste incominciasse a serpeggiare anche nella mia D'iocesi, qual costernazione per me, qual vantaggio per voi, che io sia divenuto il vo– stro Vescovo! Per fa;rvi buoni e migliori non ho a;rmi, non ho soldati: colla forza non sì propaga la Religione. La persuasione, il Vangelo, qu,este son le mie armi: ma se que– ste armi sieno spuntate nel vostro spirito da perverse dottrine, qual altro mezzo più .mi rimane per farvi credere, ed osservare il Vangelo? invano vi JJ(l,rlerò e dalla cattedra, e colle stampe : Non sarò ascoltato, satrò an– zi deriso. Egli è questo un pensiero tratto rla. S. Giovanni Crisostomo nel libro II del Sa– cerdozio: pensiero giustissimo. Infatti se un Popolo non crede nè le Verità, nè la morale del Vangelo, come potrò farlo buono, o.mi – gliore predicando queste Verità, e questa. morale? Le armi, ed i soldati, che non ho, quand'anche li avessi, non potrebbero mu– tare il suo cuore. Questa mutazione del cuo– re è riservata alla Grazia di 1GESU' CRI– STO, la quale insinuandosi ordinariamente per mezzo della Divina parola, se a questa non si crede, tutto allora è perduto. Biso– gna incominciare da capo per render credi– bile la parola stessa di DIO.

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