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Se la Bolla l'ontiticia e i ~iferiti documen~ ti ranno tanto onore al T. dove mai sono le fonti per le colpe giansenistiche'? Pensiamo che siano quelle stesse che altro– ve pur d,a; sè medesime si annullan~ e si -condannano. .Tra i Sacerdoti e i Religiosi elencati come giànsenisti, vi è un certo Carmelitano So– pransi, citato (,a pag. 200), e pensiamo che proprio costui sia la fonte, almeno in Rar– ·te... di ciò che si a~serisce contro il T. (14). Occm;re premettere che i due volumi fu– rono condannati... e quindi per il nostro caro scrittore non dovrebbero valere un gran che. Ma. diciamo qualche cosa di più. Il Turchi ,ebbe tale condotta intemerata, che nel suo Ordìne fu Lettore, Guardiano, Definitore ed lanche Ministro Provinciale..... Per chi conosce un po' di vita religiosa interna.... è indubbiamente questa la più lampante prova della mala condotta, che gli si vorrebbe affibbiare! Sua autodifesa Eletto vescovo di Parma, data la sua gran– de autorità.,. dai giansenisti toscani gli fu .giocato un tiro ·birbone ; fu presa una sua Omelia, e fu pubblioata, con .stiracchiate no– te, per farlo .passare come fautore della loro corrente (15). Ma per fortuna, ognuno può, leggendo l'Omelia senza note, vedere che essa è affatto immune Ja errori (1('). Non basta. Il Turchi, saputo del brutto 14). Rifiessiowi, sulle omelie d,i Fra Tii1·– chi, Vesco1Jo. di Pmrma. Vol. 2, vendibili in Biella ed in Casale, presso 1 Giuseppe Gro– mo. L'Autore di queste Rifiessioni, P. Vi~– tore di S. Maria, Carmelitano Scalzo, na– to a Varese nel 1739 da Paolo Sopransi, fattosi religioso rimase .per lunghi anni a Parma. Fu segu~ce della Scuola Pavese ed anche. <lel Ricci Vescovo di Pistoia. Il Pez– .zana lo dice di vita esemplarissima. (Lett. Parm. VII, pag. 275). 15). Omelia recitata al popolo nel solen– ne ingresso alla sua Cattedrale li 5 novem– bre 1788. « Il giornale Ecclel!liastico di Ro- B tiro ché gli era stato fatto a Livornoj neI Dt~omo di Parma fece .la sua pronta e fran– ca , autodifesa, che poi provvidenzialmente venne pubblieata:. La riproduciamo integralmente per noii , rimand·are i lettori alle biblioteche. « Nella prima Omelia, cihe recitai al mio Popolo all'occasione cli prendere il solenne possè&'lo di questa. Chiesa, declamai alcun po– co, quanto le angustie del tempo mel permet.. tevano, e cofttro gl: increduli, e- contro certi novatori moderni, che nel cuore stesso della Chiesa ~ogliono sostenere e massime di Dot– trine, e regole di Disciplina, che là Chiesa stessa non approva, e molte le ha, espressa-– mente dannate. Stampata- tale On1elia, tutti que' che la lessero, amici, e nemici della Verità, ravvi– sa;rono in essa i veri e proprii sentimenti, Quindi i secondi mi biasimarono, ed i primi ne furon contenti: e certi. gio,rnal,ist,,;, che non si lasciano, sfuggire nessuno errore cor– rente, ne scrissero con tanta lode che poteV'a ispirarmi della vanità, se non conoscessi ah•- , basta,nza me stesso. Nessuno però immaginossi giammai di trovare un senso favorevole a quelle novità stesse, che io avevo impugnate. Solamente poc' anzi ;;i è fatto ristampare la detta Omelia in Livorno co' torchi del Lami, accompagnata da lunghissime R,iflessioni,. nelle quali, stravolgendosi il senso ovvio e naturale delle mie espressioni, .si pretende di farmi pensare come non p~nso, e farmi dire I ma guarda questa omelia come un capoJa.. voro » scrive il Pezzana voI. VII pag. 299,. Fu edita da.Ha Stamperia Reale in 4° ed in altre edizioni (Pezz. 299) e fu ristam– pata cioi torchi del Lami 1789 in Livorno don quelle Riflession,i aggiunte che levaro- 110 tanto rumore. L' Andrà ritiene che l' Autore delle R;i•– '({,essionci aggiunte all' Omelia del T. sia lo stesso , Sopransi. Vedi Apologia citata a n. 31, pag. 12'3, nota 34. 16). V ecli in « Ope:re complete» citate in l.' 5, vol I, pag G dove si può legg:e.re l'o– mel.ia . - Per l' autodifesa. del T. vedere a pagg. 86-96.
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