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documentata, ma di leggere anche le paro– le che seguono: « Più ~on poteva egli (Du Tillot) sostimersi dacchè con questa (la Cor– te Romana) venivasi a riconciliazione: e al– la disgrazia sua seguì quella dei suoi amici. Allontanati dalla C'o.rte l' Amoretti, il Ve– nini, il Soave, .Paciaudi, il Contini iJ. Ma perchè manca il famigerato Turchi.? Perchè solo lui rimane al suo posto, col so– spettosissirno Duca . Ferdinando? Se fosse stato un fanatico giansenista, il Duca non gli avrebbe affidata l'educaz,ione dei princi– pini. Altrove il Cantù scrive anche che il Turchi teneva un posto invidi,atopli. E nel- 1' invidia non potrebhes.i cercare il movente delle accuse la.nciate contro di lui? Questo è certo e lo scriveva anche il fa– moso 'Tipografo G. B. Bodoni come si legge nella difesa a pag. 11 nota 10. Chiamare il Turchi Apostolo f.a.natico del Giansenismo e di più ricalcare l'accusa con un maligno asterisco, . è, proprio un volere ricercare il torbido dove non c' è... E' un arrecare offe– sa alla S. Sede che) più tardi lo eleggeva Vescovo di Parma .... Si potranno addurre anche altre citazioni ma siamo sicuri che, partendo ,da '(1Uella tri– ste fonte, che si chiama invidia, tutte cado– no di fronte ai ,documenti della difesa.... Ciò, che sopratutto ,disgusta, è quella smania di voler .far passare come storia ve– ra e controllata materia manipolata ,di se– conda e terz,a mano, osserva.ta con lenti co– lorate, e gabellare tanti incauti che si stor– discono dinanzi all' erudito libro delle in– finite note. Il Prof. C. A. Iemolo della R. Univer– sità di Bologna, Avvocato della Sacra Ro– ta e noto studioso di cose gianseniste in data 23-V-'33 scrive: ' ili. R. Padre, Le sono assai grato dello scritto su il!ons. Adeodato Turchi. Il o let– to con il massimo ,interesse la Sua mono– grafia, e credo persin superfluo dirLe che aderisco interamente alla Sua conclusione: ma, più ancora che del risultato, mi con– gratulo con Lei per il modo con cui vi è perv~nuto, e per l' effetto veramente per– suasivo che ha il libro ne.i confronti di o– gni lettore s,passionato. Il Non praeva– lebunt non lo conosc,o e non credo che val– ga la pena di leggerli. Chi scrive in queste materie mi sembra eh~, oltre al naturale spirito di carità, ob– bligatorio per ogni 'cristiano, debba sem– pre tener presente questo: che i"l magiste– ro della Chiesa ha continuamente portato a 11/UOve definizioni e nuovi insegnamenti, e eh' è palesemente assurdo rimproverare: III a chi è vissuto in un sec/Olo di avere opina– to in un dato senso in quello eh'' era allora materia controvertibile, anche se oggi più non lo sia, per essere intervenuta una defi– nizione della 8. Sede,. Credo io pure che dopo la Auctorem Fidei' non sia più possi– bile sostenere in materia di grazia tante tesi eh' era ancor lecito sostenere nel set– tecento, ma qu,esto non sipnific;a che fosse– ro eretici o prossimi all' eresia quanti allo– ra le sostenevano. Di tutto questo avrò molto caro parlare c?n. Lei; Reverendo Padre, se mi sarà pos- 1 sibile; per ora mi limito a rinnovarLe •i miei ringraziamenti ed a porgerLe i più ri- spettosi saluti. Suo dev.mo A. c. lEMOLO Il celebre Oratore P. Roberto da Nove scrive: (29-V-33) · Carissimo Padre, . La rin:grazio vivamente dell' opuscolo in di/esa di ill ons. Turchi, opuscolo che si fa le.9gere di un fiato. Bravissimo. Salut·i cordiali P. RoBERTo DA NovE. Interessante, è pure la lettera che ci scrive il Direttore della Libreria Editrice Gregoriana di Padova (è la casa Editrice del Non praevalebunt). « 111. R_. Pa~re. Le scrivo principalmen- t~ per ringrazia,rLa dell' opuscolo inviato- ci su Adeodato Tnrchi. L' ho letto, nella sua parte storica con piacere, e me ne con– gratulo con Là c;he è riuscito a. mettere in buona luce quel valente nomo di cui mi hanno insepnato a scnola, che era un bravo orr:tore,. ma nessuno mi disse che fosse nn Gia1:senista. Trovo qua e là una certa 1 ;i– vacità contro l' A. d'i Non Praevalebunt vivacità d~e in u_n lavoro di storia si pote~ va forse risparmiare.... ma considerato che è un Cappi:cc1:no che _difende nn Cappucci– no, trovo il l'm.9:',agpw dignitoso ed effi,ca- \ ce; ed . ho ammirato la.... plac~dità della c?nclusione: invitiamo a togliere quelle due righe .... ,i Così andava bene ,i. Di poi il Direttore della Libreria editri– ce, pur ammettendo che l' A. del Non Prae– vatebunt ha, esagerato, esprime il suo dis– senso per l' appendice, e rile\'a una con– traddizione perchè a pagina 35 si chiede la sola soppressione delle righe ri12;uardanti il T., a pagina. 45 si chiede che il Non Pi·ae– valebunt sia tolto dalla, circolazione... : F_ac_ciamo osservare_: la parte che riguar– da 11 T. (la sola dedicata a 8. Ecc. il Ve– scovo di Parma) è stata scritta da un difen-
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