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II Il Prof. Don Paolo Lingueglia, Direttore– Preside dell' Istituto Salesiano Parificato S. Benedetto di Parma, in data 3 giugno scriveva: Caro Padre, è inutile aggiungere la mia J)arola di ade– sione e plauso all'opera sua a difesa di Mons. Turchi. 1lfa non deve arrestarsi qui. Ella accenna nella lettera dedicatoria ad wn lavo– ro più am7no sul T. che intende fare in un sec,ondo o terzo tempo, e questo non deve mancare di fare. Il Turchi non è ancora entrato nella letteratura italiana migliore del secondo settecento, eppure se lo merita. Scritti aome la l(J)'('gaJ citazione che Lei ripor– ta a pag. ,13 tengono un posto magnifico tra i prosatori italiani, nuovi, antiaccademici, a1·guti, scMrevoli di buona lingua a parte qualche francesismo più corrente al tempo dell' autore. Ella, daro Padre, che lo cono– sce tanto bene, deve curarne 11n' antologia di 200 o 300 pagine che non potrà mancar di piace1·e e far del bene. Turchi fu real– mente uomo di precoce modernità nel senso buono, come disse ilfons. Magani di s. m. Non dicJo di ristampare le opere ma una larga giudiziosa antolo,q-ia ci vuole, è un atto di giustizia sotto ogn-i aspetto e riguar– do. E' mia profonda e non recente con,vin– zione. Lei la deve fare. Preghi pel suo dev.mo aniico. DoN. 'P AQLO Lrna uEGLIA- II noto scrittore Mons. Giovanni Cavigio– li, Canonico della Cattedrale di Novara e Professore nel Seminario di quella Diocesi, in data 12 giugno scrive: Jiio venerat-issimo Padre, Sono lieto di poterle inviare una prova indiretta di rincalzo alla Sua tesi defensio– nale della venerata memoria di il!ons. Tur– chi. Se pure i,J soiÌo giudicie competente, il contributo che Le trasmetto non è privo di ùnportanza. Nella biblioteca d1: questo Seminario v' è un libro che a,Ppartenne a un cotale Don Ludovico Grammatico, r1iansenista della più bell' acqua, e violino di spalla dell' orche– stra rio,ciana ch'e assordava la penisola agli scorci del sec. XVIII. Per quanto foss.e un Carneade, il pover'uomo (Dio g,Zi perdoni) era al corrente della cabala giansenista to– sco-emiliano:fom\barcla. Lo si deduce dalle chiose che lardellano il volu1ne e i fogli ag– giunti. Anzi spero di poterle pubblù:i(JJl'e, quando avrò tempo, perchè fra l'altro, con– ! ermano che la ritrattazio ,; di 11,J on De. Ricci a Pio V I I fu una commedia del per– vicace autore del Sinodo. Orbene il libro è appunto intitolato « Ri– flessioni in difesa. di Mons. Scipione De Ricci e ,del suo sinodo di Pistoia sopra la costituzione A ucto•rem Fidei ,, pubblicato– anonima nel 1796 senza indicazione di luo– go (messo poi all'Indice il 30 l[settemMe 1817). Il proprietario, Don Liidovico Gram– matico, pro,pone questa nota in faccia al: f1·ontespizio, sotto la data « 1804 ». « Opera del dotto Padre Vittore da O. il[aria, c'annelitano scalzo, del convento di Parma, conosciuto col nome diJ A. bate So– pr·ansi, dopo che fu costretto ad abbando~'. nare il chiostro pe,r le persecuzioni di 11[ on– signo1· Turchi vescovo famoso di Parrna per le sue più famose omellie ( sic)) curiali cui aveva esso dottamente criticate e a citi ha tenuto dietro nel via9gio all' eternità nel– l' anno scorso 18-03 ». Conviene sottolineare due cose: a) A un giansen1:sta al cento per cento, come era il Grammatico, 1vf onsignor Turclhi vivente appariva un « persecutore ,, cli un maestro di giansenismo. Sfrondando l' esa– gerazione partigiana, resta assodato che il vescovo di Parma aveva il f,uto buono.' b) Le Omelie del Turchi sono qualificate come _curiali: epiteto che nel qer_qo 9ianse– nista equivale a (< informate alle dottrine. di Roma ": tanto è vero che il non sullodato– abate Sopransi si accinse a criticarle. F)' supponibile che i contemJ)oranei. ... in– teressa,ti conoscessero il! onsignor Turchi me– qlio d-i rruarnto lo conosca l' autore di Non praevalebunt. Le baciò risvettosainent e le mani. obb.mo GIOVANNI CAvIGIOLI canonico della Cattedrale. Ringrazfamo il chia,rissimo Mons. Cavi– gioli di quanto ci scrive nerc-hè anche da questo si vede che i veri Giansenisti cono– scendo bene di quale tempra si fosse il Tur– chi. l' odiavano cordialmente.... il che non sarebbe àvvenuto · s,e fosse stato non dico giansenista, ma tenero con loro .... Ci fanno poi semnlicemente ridere coloro– che per valorizzare l' accusa di ~iansènismo• fatta al Turchi citano il Botta. Chi non sa che il Botta oltre non aver nessuna disami– na critica delle fonti è tutto uermeato da. principi giansenisti e antiuapali, .... Si cita anche il Cantù (Storia degli Italia– ni) laddove dice ·che il Du Tillot we– va tratto il suo duca a cozzo colla, CortP· Romana ed afferma senza documentare, che in tal cosa fu sostenuto dai Teolo– gi Con ·.1i e Turchi, ma vorremmo -pregare i ricercatori dei nemici del Sacro Cuore, dì non fermarsi a questa sola affermazione non
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