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-- 88 ---- / .. ' ~ in una lettera inviata da Orfa a P. Giusto da Camer:t:ho, aefinitore gene- rale e prefetto del Collegio delle Missioni in Roma;, ìl,20 Maggio del 1846. . « Dopo un lungo soggiorno a Costantinopoli per Ùb8idire ali' Ili.mo e Rev.mo Signor Delegato Apostolico,. partimmo Jn cÒmpagnia del medesi– mo, addì 24 marzo e il giorno rn del corrente maggio arrivammo feli– cemente e in piena salute in que,ta città di Orfa do've trovami di resi– denza. Il narrare quanto ci è toccato di patire e per terra e per mare durante la nostra peregrinazione, è cosa che troppo mi dilungherebbe.... Stante la tenuità del datoci suss,idio, non ci sarebbe stato possibile di continuare in modo alcuno l'intrapreso viaggio, se quegli che dat escam esurientibus, non si fosse avanZéilto, sto per dire, a far ;;rodigi..... Dirò dunque, come sbarcati in Alessandria, e non essendoci ricovero per noi, siamo stati alloggiati d.i un Signore; il quale faceva provviso– riamente le veci del Console Sardo; e questi, oltre al trattamento fattoci in tutti quei giorni che dimoranrnò in casa sua, ci provvide di pane, vino e carne fino ad Aleppo, e per aiutarci nella spesa dei cavalli, ci donò graziosamente 200 piastre. E questo Signore, Padre mio Rev.mo, è ebreo di religione!... Nè meno provvida verso di noi mostrassi la mano del nostro beni– gnissimo lddio allorquai1do in sulla sponda dell'Eufrate, fummo tratte– nuti in quarantena. Esposti coir.e eravamo giorno e notte ali' inclemenza di un tempo sempre piovoso, venimmo, dopo cinque giorni soli, in grazia di Monsignore e dei PP. Cappuccini, dispensati dal rimanente del tempo prefisso; che però se tutti indistintamente andammo esenti dalla quaran– tena, non tutti furono esclusi dal pagamento. I soli Cappuccini a motivo d~lla loro povertà ne vennero esentati e di circa trecento piastre, che – cisarebbe toccato sborsare, ne pagammo s9ltanto trenta; e tutto questo per grazia accordataci dal Pascià e dal Direttore della Quarantena Bere~ik, abbenchè Turchi• (1). Segue la descrizione delle leste e degli atti di ossequio e di con– fidenza filiale fatti dal popolo che attendeva i Missionari. « Pieni di consolazione and;wano ripetendo: Finalmente sano arri– vati i nostri padri, questi si che sono i veri sacerdoti di Gesù Cristo, questi si che ci amano di vero cuore, mentre abbandonando ogni cosa, senza alcun loro interesse, vengono a noi per vivere con noi, per essere · a parte con noi delle nostre mi!;erie e con noi i)er piangere le nostre disgrazie. (2) Persino i turchi assicura P. l\gostino, s' affollavano intorno ai Mis– sionari ossequiandoli e salutandoli secondo i loro costumi. « Cosi bene accolti», osserva P. Clemente da Terzorio, « così ben (1-2) - Annali della Propagazhme clella fede - Voi. 34, pagg. 613-617.

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