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r, - 82 - I' attaccamento di quei pagani alle loro tradizioni. Occorse lo zelo e l' in– stancabilità dei missionari cappuccini per ottenere, .sia pure in limiti ristretti, qualche frutto. Una intera famiglia aveva manifestato propositi seri di abbracciare il cristianesimo. Mons. Fazio decise di recarsi in persona ad amministrare i Sacramenti a quei nuovi convertiti. Egli scelse, son sue parole • a compagno il molto reverendo P. Francesco da Ploaghe, ex Prefetto della Missione dei Cappuccini, mio Uditore ed interprete per la lingua araba. • Partirono dunque, Monsignore, P. Francese<J e P. Vincenzo da Casti– gnano, e dopo aver camminato dalla mattina a buori ora sino a mezzogiorno, giunsero ad un piccolo villaggio chiamato Brumana, ove si fermarono sotto una grossa pianta di fico per riposare. Immediatamente furono circondati da vari uomini e donne tutti Drusi, fra cui era un vecchio sull'ottantina dall' aspetto ·s·avio, che non tardò ad attaccar discorso col P. Francesco, quando si accorse che questi co– nosceva la lingua araba. In breve il vecchio ed i figli di lui esposero i capisaldi della loro dottrina. « Allora il buon P. Francesco, con la sua amabile facondia, fece loro una brevissima analisi delle principali religioni e dimostrò che Io scopo primario della reiigione. è quello di illuminare la nostra mente, e di farci conoscere, col mezzo della rivelazione divina, tutto quello che col limitato nostro intelletto non possiamo conoscere. Più: che questa rivelazione deve essere comune a tutti, perchè tutti han– no il dovere _çii conoscere ed amare Dio. Insomma conclu se con dire: quella religione che nasconde ciò che deve sapersi e che deve farsi, è una re– ligione stolida di più stolidi seguaci ». (1) Appena P. Francesco ebbe finito di parlare, quei Drusi esclamarono: « Ah! I' abbiamo sempre detto che noi eravamo come le bestie che nulla sanno e nulla fanno di bene ». ' P. Francesco Ii confortò, invitandoli a confidare in Dio che avrebbe dato loro occasioni migliori per conoscere e abbracciare la sua fede il– luminatrice e vivificatrice. E continuò in seguito l' istruzione famigliare ai neofiti e l'apologia agli increduli, riportando frutti insperati. (2) Mons. Fazio cessò di vivere a Bejrut il 24 Novembre 1838, ed il P. · Francesco, in qualità di Uditore, dovette darne l'annunzio alla Congregazione di Propaganda Fide. Nel compiere t al dovere esaltò lo zelo e il coraggio che Mons. Fazio dimostrò sempre nell' esercizio del ministero apostolico, che dovette svolgere in circostanze e in un ambiente estremamente delicati. Alternativa. Durante il suo ufficio di Uditore, P. Francesco aveva deposto il peso (1) - Annali della Propag. della Fede. Loc. cit , pagg. 312-315. (2) • Ibidem, pagg. 318 319, "
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