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- 72 - Secondo le loro false credenze occorreva il sangue di un innocente per giovare alla salute delle anime dei loro fedeli. Per ciò, d'ordinario, la loro vittima disegnata era un fanciullo d'età inferiore ai sette anni. Ma questa volta, correva per le loro bocche il nome di un adulto, del quale riconoscevano implicitamente la santità, designandolo vittima delle loro crudeli operazioni. Per opera di Iacùb Elantabi, tutto fu pre– parato perchè la vita di P. Tommaso da Calangianus fosse soppressa, senza possibili conseguenze giudiziarie. «L'indicatore Sardo» nel N. 17 del 25 aprile 1840, riportando dalla «Gazette de France» una corrispondenza da Alessandria, dava allora que– sti particolari intorno all'assassinio di Padre Tommaso:« Il P. Tommaso, allettato ad andare in casa di Daust A rari il 4 Febbraio 1840, vi si trovò circondato da tutti i fratelli di lui non meno che da ebrei dei più opu-· lehti, i quali gli sbarrarono la bocca, gli legarono le mani e i piedi, · quindi un barbiere ebreo, Sulirnan, ed il servitore della casa entrarono per ordine del primogenito della famiglia dei Daust Arari. Questo ser– vifore si assise, fortemente premendo sullo stomaco della vittima, il bar– biere lo ghermì per la barba, due fratelli Hahon I' adattarono al suolo, l'uno per le gambe l'altro per le braccia. Dàust Arari, armato di un col– teflaccio, glielo cacciò profondamente nella gola; dopo di lui suo fratello Aronne Arari, .\fossa Elaftè e Mussa Salomonar lo finirono. Attorno a questi quattro grandi sacrificatori, tre altri si tenevano j)ronti al loro sacrificio. Il corpo viene sospeso col capo in giù, l'uno tiene la tinozza che riceve il sangue, mentre due altri ne agevolano lo scolo con pres– sione. Dopo quando la sorgente fu esausta, tutti questi forsennati insie– me. si precipitarono sul cadavére, lo fecero in minuti pezzi, che misero in certL~acchi, e qua=ndo la notte fu bene oscura andarono a disperdere e sep– pe!irè queste spoglie nel gran condotto coperto del loro quartiere, con– servando però diligentemente il sangue coagolato per farlo servire ad orribili misteri. (1) (1) - Èsiste nel popolo ebreo il · " Mistero del sangue ,, che consiste nel diritto del solo padre di famiglia di introdurre all'insaputa della moglie e dei figli del sangue cristiano nella manipolazione delle azimelle (piccole pagnotte azime) le quali, cotte al forno vanno distribuite fra gli zelanti per degnamente celebrare la loro Pasqua. Lo stesso padre di famiglia, mescendo il sangue cristiano in un bicchiere di vino asperge con quello la mensa. Il mistero del sangue è un segreto riservato ai Kakam (dottori o rabbini) e questi lo comu– nicano ai pldri di famiglia che, a loro volta, con ogni riserbo, lo passan o ai primogeniti. È altresi dimo strato il traffico del sangue cristiano impunemente esercitato da~li ebrei sin da secoli addietro. Il gran Kakam Jacub offrì agH as3assini per il sangue di •'· Tommaso, cento bozze turche (L. 11). · Civilta Cattolica. Serie Xl, Voi. V, pagg. 273 - 274
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