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. ;;."" - 56 -' dicava Bahia, come luogo adatto ad essere centro di vettovagliamento, e proponeva d' inviare colà un Procuratore deputato dalla Congr. di Propaganda. Un altro fatto segnala la profondità di vedute del P. Francesco da Monteleone. Egli prospettava la necessità d'un luogo di sollievo al Bra– sile, per i Missionari provenienti dall' Europa affinchè questi si potessero rifare dei disagi patiti durante il viaggio e, nello stesso tempo, incomin– ciassero ad impratichirsi della lingua e dei costumi africani, prima di accingersi al lavoro loro assegnato. L' assennattezza di questi rilievi decise la congregazione a prendere in esame la proposta, che essendo trovata rispondente ai bisogni delle Missioni, fu attuata mediante un Decreto del 30 Gennaio 1695 che auto– rizza ali' uopo la fondazione dell'ospizio di Bahia. Attraverso i Regni. Tutti gli stati vicini a S. Thomè, non tardarono a conoscere, per fama, l' immenso bene operato da P. Francesco. Il desiderio di vederlo e di sentirlo predicare si diffuse ben presto; e, primo fra tutti, il re di Overi, gli espresse il desiderio dei suoi sud– diti che lo aspettavano fra loro. In un diploma del 16 Gennaio 1690 così si esprime il Re, don Luigi II. Venuto a conoscenza che nella città di S. Thomè si trovava un rev. P. Cappuccino Italiano di nome Francesco da Monteleone, zelantissimo del culto di Dio e operatore di meraviglie in quelle contrade, gli scrivemmo perchè mosso a pietà di questo povero Regno, ci rendesse partecipi di quella · stessa carità che comunica agli altri. E mentre aspettavamo paterna risposi a, egli stesso personalmente comparve in questo nostro regno con infinita nostra consolazione. Incominciò fin dal primo giorno gli esercizi di pietà con indefessa fatica, e vera dottrina del cielo, senza interruzione di sorta cli.e rimanevamo tutti attoniti sembrandoci cosa affatto nuova, alla quale gli altri Padri non arrivano. L'accogliemmo come dono fattoci dal cielo; e tutti eravanio prèocwpati unicamente del timore della salute dell'anima. Ripartì per S. Thomè, d'onde s'allontanò occultamente, lasciandoci nella speranza di aver quanto prima un suo confratello Missionario appena fosse giunto dall'Italia. (I) P. Francesco mantenne, in seguito, la parola e consegnò anzi, al Missionario destinato ad Overi, alcune lettere per Re confinanti: Benin, Calabar, Pharau, Acharàa, Dos Pospos e lndalua. Così riferisce alla congregazione di Propaganda Fide: « Il Re di Calbar mi ha scritto per un capitano di nave; il re di Pha– rau mi ha mandato un bastone d' avorio, il re di Dos Pospos mi ha fatto (!) - Bui!. Ord. Min . Cap., Voi. VII pag. 230.
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