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- 54 - e continue, apposte dal governo portoghese, che con concetto teocratico voleva asservire i Missionari ai propri interessi politici. È di questo tempo l'imposizione ai Missionari diretti in colonie portoghesi di giurare d'obbligarsi ali' indipendenza dalla S. Congrega– zione di Propaganda Fide per riconoscere unicamente la giurisdizione del Re. P. Paolo da Varazze procuratore di Corte, s'era subito adoperato per definire pacificamente questo contrasto, ma a poco o nulla ha riuscito. Forse lo spettacolo di tante miserie sofferte dai Missionari avrebbe mosso il re ad attenuare la sua intrasigenza. A questo fine il P. Giuseppe Ma– ria da Busetto di ritorno d'Angola, dove per lo spazio di 22 anni aveva contribuito, più che altri alla pacificazione dei capi di Sogno col re del Portogallo, e alla cessazione delle guerre civili che travagliavano il Congo, (1) sollecitò ed ottenne dal sovrano una udienza. Vi si portò con alcuni dei suoi compagni di Missione, paralitici o travagliati d'altri irrime– diabili mali contratti nel!' eroico esercizio dell' apostolato. Furono ricevuti con molta benevolenza, ed il P. Giuseppe, ne trasse mo– tivo per documentare l' incondizionata fedeltà alla Corona, di cd davano esempio i Missionari, pur tra i disagi e le malattie delle contrade tropicali. Il Re personalmente era contento, non solo di ciò, ma anche dei vantaggi ricavati dai Cappuccini alle sue co– lonie; tuttavia si mostrava irremovibile nel proposito d' esigere il giura– mento, pur dichiarando cli attribuire al medesimo un puro valore formale, che non li scioglieva dal!' obbedienza dovuta dai Missionari alla Congre– gazione Romana e alla Santa Sede. (2) Anche oggi, a distanza di secoli, non si comprende come un monarca, il quale dichiarava pubblicamente essere i Missionari « le colonne del suo reame, » insistesse tanto per mantenere un ordine offensi vo per la dignità della Chiesa. P. Francesco era a conoscenza di questo fatto e delle ·difficoltà morali che esso viene necessa riamente a creare. Perciò si offerse immediatamente alla c0ngregazione di Propaganda, pronto a valersi delle sue aderenze di Lisbona, per tentar di comporre il dissidio diplomatico. Perchè avesse più valore la sua opera, eg li presentava pure un criterio pratico di solu– zione del problema coloniale attraverso l' opera del Missionario evangelico. Egli non ottenne di anda re a Lisbona, ma giunse colà la fama del bene da lui fatto nei possedimenti portoghesi, il che gli valse la speciale protezione degli Ospi zi di Bahia e del!' Isola del Principe, situati nella sua Missione. La questione del giuramento non fu mai risolta in modo definitivo, (1) · P. Giuseppe M.a da Busetto alla Cong. P. F. da Lisbona 6 Dice_m– bre 1688. (2) - P. Giuseppe ad uno dei Card. di P. F. da Lisbona, 6 Dicembre 1688, in Arch. Cong. pagg . 130 - 131. I

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