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~ 44 - colare, ali' isola di S. Thomè, dove profuse i tesori della sua mente e della sua audacia, éome risulta da autore~òli testimon;anze. Subito dop'o il ritorno dal suo viaggio d'ispezione e depurazione dell'interno. era stato preso dal male della terra, infermità conosciuta sotto diversi nomi, che si manifestava con una specie di febbre tanto breve quanto intensa. Due purganti e dodici sanguisughe lo avevano messo in otto giorni fuori pericolo ed egli si disponeva a raggiungere la sua sede nei paesi di Nziga (Matamba), quando una nuova spedizione del Prefetto gli assegna l' isiola di S. Tomaso, dietro espressa richiesta del presule di quella Città (12 Gennaio 1685). Sul principio del secolo decimosesto, per incarico di Filippo III. Re di Spagna e Portogallo, l'evangelizzazione della Guinea era ripresa dai Gesuiti, i quali ottenevano la conversione dei re di Sierza Lec e di Tera e da questi erano aiutati nella distruzione degli idoli e nella dif– fusio.ne del cristianesimo in quelle terre. Dalle sedute di Propaganda Fide apprendiamo che, in stguito a relazione favorevole di due religiosi inviati in compagnia di commercianti, quattro Cappuccini bretioni furcno mandati nella Guinea Superiore e che P. Colombin d~ Nantes (1), giunto in Guinea nel 163.7 e ricevuto benevolmente dal re negro Bemè, vi pre– dicò con successo. Sappiamo altresì che, nel 1635 due Cappuccin"i di Normandia furono inviati con due mercanti per una esplorazione religio– sa al Capoverde, dove riuscirono a convertire e a battezzare molti indi– geni; che nel 1644 altri Cappuccini ebbero buone accoglienze nel regno di Comando, e che, nel 1645, ai Cappuccini andalusi fu affidata la Mis– sione della Nigrizia. (2) Preceduto cosi dall'opera dei suoi confratelli, P. Francesco si recò a continuare il lavoro tanto felicemente i.niziato. Giunse a S. Thomè il 2 Luglio 1684, ricevuto con entusiasmo dal clero e dal popolo, e con particolare effusione di spirito in attesa dell' utilità d'un ospizio in costruzione. Ma la visione dell' immensità del campo e della scarsità degli operai suscitò in lui un senso di sconforto. « Quo modo possum piacere Deo in coeremoniis mente lugubri? (Levit. 10) - scrive al segretario della congreiazione di Propaganda, Mons. Cybe - io non cesserò di lavorare, è vero, e notte e giorno nella vigna ciel Signore, non perdonerò a fatiche avendo di mira la gloria di Dio e il bene delle anime. Cinquanta, cento (1) - P. Ubald d' Alençon. - Relati on inédite d'un Voyage en Guinée a– dressée en 1634 par le P. Colombin de Nantes. Vannes , Lafolye frères , 1906; Paris, Honoré Champion, 1906. (Extrait de la " Revue de Bretagne ,,) in 8°, pp. 15. (2) - Schlndlln, op. cit., voi . Il., pag. 36 e segg.

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