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- 43 - \{• « Fu d'uopo - ei prosegue - andare di notte per non frustrare l'in- tento.» Una notte senza luna, con il sacerdote ·bianco e il negro suo fa– migliare s'avviò verso la dimora del mago. Dovettero guadare una pa– lude lunga un miglio, con l'acqua sino al giùocchio. Sorpresero la fami– glia del mago immersa nel so11no. Bussarono forte e dissero che occorreva ' aprire perchè l'opera del padrone di casa era necessaria ad un infermo. Appena la porta fu aperta P. Francesco si ·slanciò dentro, e non senza una lotta accanita lo legò ben saldo, quautunque, per svincolarsi, quello ricorresse a • stranissimi contorcimenti degli occhi, della bocca e di tutto il volto, e del corpo, che lo rendevano, oltre alla sua deformità naturale, mostruoso ancor più del diavolo». (1) Uno spirito debole avrebbe potuto intimorirsi a tale spettacolo, ma non il Cappuccino Sardo, che trattò l'avversario a sputi e a schiaffi .e lo costrinse a cadere ginocchioni. Bambazumba, convinto della sua inferiorità fisica, invocò i leoni e le · tigri, ma, questa volta inutilmente. Certo il Missionario non avrebbe superato tutti i pericoli se non avesse aggiunto alla forza una gran presenza di spirito. Con un urlo atterrò e mise in fuga l'intera famiglia del mago nel momento che il figlio maggiore stava per colpirlo con un coltellaccio. Quando poi, men– tre trascinava via il mago, fu circondato da una turba di negri armati, che lo lasciarono, ma solo per un momento, perplesso, egli, riavutosi subito si raccomandò al Signore che gli suggerì uno strattagemma. Do– mandò a tutti il loro nome e si pos.e a segnarlo sopra un pezzo di carta. Questo semplice fatto determinò il cambiamento della situazione. Con la coda dell' occhio il Missionario potè accertarsi che la paura si impadroniva dei loro vol ti, sicchè, in breve tempo, gli riuscì facile far riconoscere il loro torto. Grande faticél. gli costò il condurre I' ido)atra sino in Loanda, non fidandosi di nessuno, poichè sapeva che il negro aveva tanto ascendente sugli indigeni che chiunque gli avrebbe fornito il modo di fuggire. Il Cappuccino stesso racconta con frase magistrale che gli toccò fare pel mago « da sbirro, da servitore e da fiscale». Ma intanto io condusse dinanzi al vescovo di Loanda, dove risultò che da cinquantanni professava la magia. Fu trattato caritatevolmente, anche per rispetto alla sua età piuttosto avantata, ma fu esiliato in arasile. Apostolo in Guinea. Il nome di P. Francesco cii .'V\onteleone, più che al Congo o ad al– tra terra dell'interno· è legato alla costa della Guinea, e in modo parti- (1) - Questa e le citazioni precedenti sono tolte dal testo citato ( Scritt. • riferite ai Congressi ecc.), foglio 788.
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