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~ 42 - don Sebastiano, seduto a terra contro un tronco d'albero, era livido di paura: gli stessi negri, seguaci del Missionario, impressionati da tanto scompiglio, sarebbero fuggiti se egli non li avesse rimproverati in questi termini: « Siete cristiani o gentili ? - Credete in Dio o nel diavolo ? - Credete a me e a quanto vi dico o prestate fede a quanto vi dicono i vagabondi fattucchieri ministri del diavolo padre della menzogna? Sto qua io, ministro di Gesù Cristo, vero Dio. Se voialtri del mio seguito che pure avete sperimentata la verità delle mie parole, vi mostrate così debo li che ne sarà degli altri? Non dovete aver paura: io faccio tremare tutto l'inferno: lego le forze di tutti diavoli in nome di Gesù Cristo» P. Francesco appiccò il fuoco a quella casa di superstizione, e il crepitio di quel legno e degli alberi che circondavavo la casa somigliava .davvero a voci di lamento e di pianto. Il Missionario fu contento dell'impressione prodotta dalle sue energiche misure e si dispose a ritornare in Loanda. A Monbella licenziò i negri del seguito, che aveva sperimentato così infedeli, rimanendo in compa– gnia del sacerdote bianco e di un solo negro di fede più provata. Con questi soli volle tentare la caccia ad un famoso mago di nome Chritomè, soprannominato Bombazumba, cioè padre e dio della terra. In realtà non si chiamava altrimenti che Gaspare. Ancora una volta ascoltiamo dallo stesso P. Francesco il racconto del!' interessante avventura . « Parla 11011 solo con i diavoli, ma anche con i leoni, le tigri e i coccodrilli. A lui accorro– no questi popoli bisognosi nelle infermità e nella sicci1à . .A qu,sto portava1,o tutte le primizie dei frutti, legumi etc. e nessuno prima di questa offerta osava mangiarne, sicuro di morire se lo avesse fatto. Tutte le donne gra– vide andavano a farsi benedire da lui, convinte anch' esse della morte in parto omettendo questo rito. Dopo il parto gli portavano le loro cre– ature acciocchè le offrisse al diavolo. E se i leoni e le tigri, i coccodrilli e i cavalli marini esistenti nei la– ghi e nei fiumi, facevano qualche vittima · umana, facevano appello a Bambazumba, il quale messosi al collo i suoi bamby, cioè tre corde di pelle di tigre intrecciate, dalle quali pendevano un'unghia e un dente di coccodrillo e quattro piccoli corni di un animale chiamato mambio, così bene corazzato, si portava là dove era stato ammazzato quel!' uomo, e mettendo un pò di polvere incantata in quei cornetti, dando fiato, accor– revano i leoni, coccodrilli e altre bestie, offrendosi a restituire gli avan– zi della vittima che avevéltÌo in parte divorato. Questa la figura morale del mago, a cui P. Francesco voleva dare la caccia. Occorrevano però molta cautela e molte misure, perchè tale opera, cui il cappuccino attribuiva un eccezionale valore, non rimanesse senza l' effetto desiderato.

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