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- 4ci - ricoli incontrati durante il suo indefesso apostolato. Vero discepolo di P. Francesco da Roma, il grande apostolo dell'Africa, egli non manca d'energia ogni qualvolta occorra mostrarsi forte e risoluto; e all'uopo, non rifugge dall'invocare l'intervento del potere civile contro l'influenza da'nnosissima dei fetici!!ti e degli stregoni. Le sue lettere gettano assai luce su questi sQrcies, nei quali gli in– digeni- riconoscevano il potere di comunicare direttamente col mondo in– visibile e, in particolare modo, con gli spiriti cattivi; ci descrivono pure i feticisti, specie di sacerdoti incaricati della custodia del feticcio della tribù. . Il terzo giorno dopo Pasqua, P. Francesco decise di inoltrarsi nel- l'interno, e, formata una carovana di dodici negri e di un sacerdote bianco, incominciò a predicare senza tregua alle piccole comunità cristiane sparse qna e là lungo la sua via. Cristiani di solo nome, scrive nelle sue lettere, perc;hè in pratica erano dediti alla stregoneria. S' allontanò così per trentacinque miglia da Bengo, sotto una pioggia torrenziale, finchè all'im– brunire sostò in un povero casolare vicino al fiume. Lasciamo a lui la parola, per apprendere dal suo stesso &tile lo svolgersi e il finire di una scena di feticismo diretta dallo N. ganga (1) Amasoso Giumbiamosango: '" Stando in quella casupola sentivo delle voci orrende che di tanto in tanto mi rimbombavano; saltando da letto domandai alla compagnia che voci si fossero quelle: mi fu risposto che stavano « sachellando » cioè parlando col diavolo. P. Francesco avrebbe voluto sorprendere in flagrante e legare il mago se l'oscurità e la piena del fiume che lo se– parava da quello non glie lo avesse impedito. « La notte - continua - passò tra i sospiri e il dolore che provavo per l' offesa che fanno a Dio quei che del cristiano hanno solo il battesimo, ingolfati pienamente nell' ido– latria. La maggiore parte vivono amancebati, e le creature che nascono, anche 11e le fanno battezzare, alla prima occasione ·prima o dopo la na– scita, le offrono al diavolo per mezzo del detto mago facendo le loro gentiliache cerimonie; ed il mago dà una fattura del demonio perchè la portino sempre addosso, con la minaccia che se la perderà l' incoglierà la morte, e Le cerimonie • praticate al di là del fiume ed altri esercizi eseguiti da negri e da bianchi, tornando alla mente di P. Francesco, gli fecero passare una penosissima notte. La mattina seguente egli fece adunare la popolazione di quei ca– sali, e, con parola franca e suasiva, prendendo lo spunto da un cornetto che uno dei presenti portava al collo quale talismano donatogli dal mago contro i morsi dei leoni, rinfacciò e rimproverò quei costumi dia– bolici; indi strappò il cornetto, con grande ripugnanza del possessore, ma notando nei presenti un'espressione di pentimento. (1) - Sacerdote degli idoli

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