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- 36 - sionario nell' animo di P. Francesco da Monteleone, volle esercitarne la pazienza con una lunga aspettativa. Una crisi nei conventi costringeva i superiori di quel tempo ad op– porsi precisamente alle vocazioni missionarie. Prova di questo fatto ~ono le rimostranze che vari gruppi di religiosi rivolsero direttamente alla Congregazione Romana, lagnandosi dei contrasti incontrati tentando di realizzare le loro legittime aspirazioni. (1) P. Francesco, più tardi, ripetè la domanda: il 17 febbraio 1682 la Sacra Congregazione di Propaganda Fide, in seduta plenaria ottenne, per mezzo del procuratore generale dei Cappuccini, il decreto che rendeva felice P. Francesco e i confratelli di lui P. Gerolamo da Sorrento, della provincia Napoletana, P. Bernardino da Nulvi, P. Bonaventura da Mon– teleone e P. Francesco da Bitti, della Provincia di Sardegna. (2) Una succinta relazione del P. Gerolamo da Sorrento ci rende noti gli intendimenti coi quali P. Francesco si accinge ad avviarsi verso le terre africane: « Il Padre Francesco da Monteleone, alunno della provin– cia di Sardegna, determinò di andare al Congo ed in altri regni circon– vicini con animo risoluto di spargere il suo sangue e perdervi la vita a beneficio della fede; predicare a quei popoli barbari, soffrire lunghi e continuati martirii, affine di ridurre alla cognizione del vero Dio special– mente i « Giaghi > portati a sacrificare direttamente al diavolo, più che tori ed agnelli, uomini e donne. E posposto ogni umano interesse si offrì alla S. Congregazione di portavisi gratis, privandosi anche di quel sus– sidio caritativo, che la medesima S. Congregazione begniniamente (sic) suol dare a ciascuno dei missionari, fondato nel solo ed unico appoggio della Divina Provvidenza che largamente sovviene gli uccelli dell'aria e alle necessità degli animali della terra, e molto più alle indigenze e ai bisogni di chi ardentemente brama servirlo. (3) Alla notizia del Decreto P. Francesco rese grazie al Signore, e, in compagnia del P. Gerolamo, partì da Napoli verso il porto d'Alghero per incontrarsi coi compagni che Dio gli aveva destinato. Le cronache ci registrano gli incidenti che precedettero lo sbarco ad Alghero, quando una tempesta furiosa li costrinse ad ancorare presso la scogliera di Capocaccia e a consumare, in quel tempo, tutte le provviste recate da Napoli. Fu Padre Francesco che salvò l'equipaggio prov– vedendo un agnello ottenuto dai pastori della campagna circostante. (1) - Arch. Propag. Fide. Scritture ecc. Voi. I fogli, 791-792 e Voi. III, fogli 24 e 51. Henrion, St. Un. delle Miss. Catt. V, V, L. III, cap. X, pag. 327. (2) - ibidem. Voi. I, foglio 779. (3) • " Breve e !5Uccinta relazione del viagiio nel Regno del Congo nel– !' Africa Meridionale fatta da P. Gerolamo Merolla da Sorrento. Napoli Hì92, pag. l • l · 3 · 4.
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