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I-' - 30 - dendo di essere a conoscenza di certi segreti che, rivelati, avrebbero po– tuto compromettere la sicurezza dei Portoghesi. Ma tutto questo dev' essere stato fatto altresi con tanta carità, oltre che c~n tanta fermezza, che P. Bonaventura non solo fu riconosciuto delegato deÌ Congo ma anche fu invitato a predicare al popolo il Santo Vangelo: il che egli fece coi~ tanta efficacia da far rimanere negli ascol– tatori, quasi tutti protestanti, una grande stima per la fede cattolica e un vivissimo desiderio di p{ofessarla in tutta la sua integrità. Ancora una missione diplomatica, dunque, riuscita, per opera dello zelante Cappuccino, a maggior vantaggio del regno di Cristo che del regno da lui temporaneamente rappresentato. Conclu ~o il trattato d'alleanza, P. Bonaventura ritornò a Bemba, a continuare la cura delle anime dei suo·i negri. Ma, a breve distanza dal- 1' accordo raggiunto, nuove nubi oscurarono l' orrizzonte dei due stati, per l'inettitudine della condizione posta dal Congo. Difatti il Re del Cc,ngo non poteva consegnare ai Portoghesi i no– vecento schiavi pattuiti, dal momento che non li aveva a disposizione. I Portoghesi viceversa pretendevano la soddisfazione degli impegni presi, e poichè interpretavano di mal animo ciò che non era, invece, se non asso– luta manc·anza di mezzi, minacciavano al _Congo una dichiarazione di guerra. Ancora ttna volta toccò a Padre Bonaventura di conciliare le cose, ancora una volta egli dovette lasciare la missione di Bemba (1) per re– carsi a convincere il governatore di Lo-anda dal vero stato delle cose. L' accento di verità con cui egli faceva tutte le sue ambasciate non mancò, per questa volta, di ottenere J' effetto voluto: il viaggio del Cappnccino rinsaldò i rf pporti fra i Portoghesi e c ·ongolesi. Ma il viaggio di ritorno da S. Paolo a S. Salvatore, dove egli do– veva recarsi per riferire al Re l'esito della sua missione, fu quello che ebbe per m_eta la tomba. La · stagione era calda, il calore nocivo. P. Bonaventura fu colpito da gagliarde febbri, delle quali non potè più guarire. Così egli moriva sul lavoro: per il dovere, e il suo dovere era di camminare attraverso foreste impervie e deserti infocati a portare la pace, la pace di Cristo. Quando l'alba del 14 Maggio 1649 (2) diffuse la . notizia della morte di_P. Bonaventura da Nuoro, il Re e la Corte del Congo non nascosero tutta l'amarezza che cagionò loro la perdita di un uomo che aveva reso tanti servigJ allo stato in momenti cosi delicati e difficili, ma sopratutto lo compiansero il popolo, che lo amava come un padre, e i confratelli, che in lui veneravano il santo compagno di lavoro che aveva saputo colti– vare, .così b~ne un campo tanto difficile e faticoso. (1) - Si di~-ono Tremila da Iui" lavati quivi e altrove nelle acque battesimali (Cesinale St. Miss. ord. Capp. Voi. lii pag. 570. (2) - La data è registrata in " Miss. Genovesi ,, Pag. 75
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