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Approfondimento biblico ABRAMO Prendiamo in considerazione il patto che Dio stipula con Abramo, rappresen– tante di tutta l'umanità, proprio a partire da quell'esortazione: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle...» (Gn 15,5). Con queste parole il Signore offre al suo confidente le sue credenziali, presentando quel creato che noi oggi diciamo di non avere più il tempo di contemplare. Basterebbe infatti pensare di più a quel quasar che si trova a 14 miliardi di anni luce di distanza dalla terra, e che da alcuni anni ha fatto ridisegnare agli scienziati i confini dell'universo; ad Aldebaran, la stella che è 800mila volte più grande del sole; a quel sole che l'occhio umano non riesce a fissare senza rischiare la cecità, un milione di volte più grande della terra; e final– mente a quella terra che nella nostra galassia è grande quanto un granello di boro- · talco gettato nell'oceano pacifico, per accorgerci come, nei riguardi di Dio, noi per– diamo troppo facilmente di vista il senso delle proporzioni e, soprattutto, quello stu– pore che è condizione fondamentale dell'amore. Si può ben capire, dunque, perchè Dio invita subito Abramo a guardare in alto: per contemplare l'opera delle sue mani, dove si manifesta la sua sapienza ed onnipotenza d'amore, attraverso la provvidenza di tutte quelle leggi fisiche, chimi– che e meccaniche che regolano fin dal principio quel caos che è diventato un co– smo ordinato. Quello stesso Dio vuol mettere ordine anche nel caos della nostra vita attraver– so quella Legge d'amore che richiede da noi obbedienza non certamente servile, ma confidenza filiale come il Figlio ci ha insegnato con l'esempio di tutta la sua vita: «Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppli– che con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì... » (Eb 5,7-8); «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo ca– lice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu» (Mc 14,36). Ogni vocazione, dunque, si prepara e si realizza nell'obbedire (ob-audire), un atteggiamento che presuppone l'ascolto, così come si evince dall'etimologia stessa del termine che sottolinea quell'attenzione piena di meraviglia e quel desiderio sin– cero di comprendere, possibile solo quando si recupera la dimensione contemplativa della vita. Da qui la necessità di condividere pienamente quello che viene detto della Madre di Gesù, figura emodello di tutta la Chiesa: «...serbava tutte queste cose me– ditandole nel suo cuore» (Le 2,19.51). - 10 -

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