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66 MELCHOR D E P013LADURA nne dalla Regina di poten, aprirc un convento a titolo di Collegio per le missio– ni. E fu aperto di fatti nclla Catalogna con un noviziato, facendo che quella no– vella comunitü mantenesse le buone relazioni col Commissario; al che tuttavia ri– pugnavano quei frati pcr la ragione, dicevano. che cgli mal potcva governarli standosene a casa a farc il suo commoclo, mcntrf' dessi portavano pondus diei f't ~stus. Tuttavia una qualche relazione tra questi e quello si fu scmpre conscrvata. Esscndo pcró venuto a Roma Monsignor di Porto Ricco, e avendo ottenuto da1 Santo Padre di aprire qualcbc: nmvento e ritirarsi in communitií a passare il ft,',• to dci suoi giorni coi frati. si accinsl, con ottimo risultato all'opera; e poi~ in breve tempo aprirP duP convcnli, Ira quali qttPllo stc•sso del Pardo, dar qualc i Cappurcini pochi anni prima crano slali racciati. ove avcva mcsso il noviziato e contava giá 1 S novi7i. scnza intPnclcrscla grn [al lo col Commissario, for,c pcr tPrna non gli fo,se di ostacolo nella gelosa importante impresa come gli clava ~iusto motivo di credcrlo J'cspcrien7a pa55afa. se non fossc pcr altro che i Frati non avrebbero risposto all'appello del Commissario fin rhe dPsso non gli avessP dato l'esPmpio di ritirarsi per primo in com1,nto. Tutto questo pcrc) non significava se non che ni Commissario non ('ra lasr in– t;i, sircomc non si crc,rll'va cspeclienll,, !' iniz iat iva dell'impian to quantunquc si facessc con sua intesa e sotto i suoi occhi. Ed f: ben naturalc che quando qul,llf' rnrnmuniti1 si fossero bene organizzate e, coslituite. al che, Jo scrivente Ministro GeneraJe ebbe n mandare divc,rsi Frali tolti dal convc,nto di llayonna in Francia. Monsignore ne avrebbe lasciato senz' altro il governo al Comrnissario, o si sarcb– be avvisalo al modo di provveclere la Spagna di un Supcriore pil! alli\'o ed opr,– roso, ricorrenclo a codesla Sacra Congregazione. Se il P. Commissario avessc da– lo tempo, la cosa sarebbe andala di suo piede ecl egli sarebbe stato il Superiorc come dei Frali dispersi cosi di qur,l!i racolti nei conv<:nti. non perche egli lo mc– ritasse, ma in ossequio a codesta Sacra Congregazione che lo aveva cletto a que– lla caric:a e per rimuovere I' idea anche lontana di un dualismo qualunque se pur dualismo poteva supporsi stando le rnse nei termini suindicati. Se quindi il Com– rnissario se la fosse intesa eolio scriventc. rni non clegm) mai di un rigo. e rnn Morsignore, non avrebbP avuto bisogno el' incommoclare il Santo Padre co' suoi dubbii. Avr2bbc saputo che quello che si faceva si far<•va per luí, si facPva ¡it,r coa– füuvarlo, pcr appianargli la slrada. si facE,va pcr levargli l'onta della sua infin– g11rdagginc ed incttezza; si faceva in una parola per il bene dl'll'Ordinc. ch,' egli non sapeva o non aveva il coragg io di farc. Stando cosí le cose, lo scrivcnte Ministro Generalc prega isrnnwmcntc codLs– ta Sacrn Congrcgazione cndP voglia surrogare all'attuale Commissario altro sol!– getto piú abile e di volonta piú salda a fare il bene dell'Ordinc e di farc :qualo– ra non si giudisrnsse ancor giunlo il tempo di metiere i Regolari di Spag1rn sollo I' immccliata dipendcnza de' Superiori Generali di cui se ne sen te il bisogno) che' mantenga almeno una qualche relazione col Capo deil'Oidine all'effetto cli pro– ,urare il maggior bene pos,ibilP. Gli stessi Religiosi Spagnoli nella parte sana sono di questo avviso e desiderano ardenternente qul'sta unita dalla quale si prn– mettono rnolli beni. Hanno provato per esperienza nelle passalc vicende quel!o si vogl ia dire essere interamente stacrati da! centro. 11 Comrnissario ind:'pendcn– tf. fa e clisfa a sua posta appunto per questo perd1e independentP e non obbli~f<1to a render ragione a nessuno del suo operato; e i Relil:(iosi mordonc il frrno senrn il conforto di potere appellare al Capo dell'Ordine. al qualc il Commissario giu– dicandosi indipenclente non darebbe guari asrnlto. rnme una Junga e dolorosa e,– prrienza ha nn qui comprovato. Lo srrivente Ministro Generalc fa le sue scusc se t, slato alquanto prolisso in questa sua narrativa. L'importanza e la sornma gravita dell'affare gli parvC' cl1" ben ne meritasse la pena e senza piú con sensi di profondo r!spctto passa a ri– petersi, dell'Eccellenza Vostra Reverendissima. Congregazlone del Vescovi e Regolari t 4 decemltre t S68.
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