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13 - « di convogliarle cin sempre maggior efficacia verso gli ampi 01·izzon– ti » dell'America J+àtina. E per animarli. ricordava: « La storia e le caratteristiche dei ivostri Istituti: il dispiegarsi delle vostre attività in tutti i campi della /vita della Chiesa, da quello caritativo a quello sco– lastico, da quello f\}issionario a quello assistenziale, la presenza efficace ed attiva nelle varié Nazioni ne sono la prova concréta » . (Dal Discorso di Giovanni XXIII/ ai Sup. Gener. 25 marzo 1960 - Osserv. Rom. 26 marzFo). · l'' l · ·h · · 1· I · t' l' · · ·1 S · accmmo 1po 1 ces1, c e m mancanza cteg 1 stltu 1 re 1g10s1 1 anto Padre si fosse rivo(to. alle Diocesi, quale risposta avrebbe potuto otte– nere dalla maggior;mza di esse, nonostante tutta la loro buona volontà? Non altra che ques~a: « Non bastiamo a noi stesse, come possiamo pen– sare all'America L~tina? ». Viceversa, gli Istituti religiosi, con le loro « meravigliose forz;e », attinte dal fatto, consacrate poi dal diritto co– mune, di essere n;ena Chiesa per essere direttamente anzitutto della Chiesa, e. non sol~anto della Diocesi, per questo solo essi si trovano in grado. di essere I sempre pronti a correre, a volare in ogni plaga del· mondo, per risvo~dere ai voleri, ai desideri del Padre comune. I S 0 I VANTAGGI DELL'ESENZIONE PER LA CHIESA UNIVERSALE, E PER LE DIOCESI IN PARTICOLARE Tutto quanto I abbiamo detto finora è una dimostrazione, benché sintetica, dei van~aggi che provengono alla Chiesa universale dalla efficace attiva pres~nza degli Istituti religiosi, e indubbiamente in virtù del privilegio dell'~senzione, che li tiene a continua disposizione della S. Sede. I E per le Dioc;esi in particolare, non si può disconoscere che è un dono prezioso quello che un Istituto religioso, specialmente sacerdotale, offre alla Diocesi, ~nettendole a disposizione continua un certo numero di soggetti già fonpati e idonei al sacro ministero, senza che la Diocesi stessa abbia dovu~o ò debba sopportare e le cure e le preoccupazioni e le spese indisp~nsabili. Non sono pochi i sacrifici di vario genere, che un Istituto relfgioso si addossa per accogliere le provate vocazioni, od inclinazioni all~ vita religiosa. Sono molti quei giovanetti che non si trovano nella pçissibilità di pagare una _pensione qualsiasi: l'Istituto li riceve con tutta! speranza, ne riceve più che può, con evidenti suoi sacrifici, per vede~·ne finalmente giungere al sacerdozio non più del quindici o venti per cento. Tra questi pochi, ben spesso emergono menti elevate e saperdoti santi, per grazia di Dio! ... E sono questi, che . il Vescovo vede arrivare nella sua Diocesi per porsi al suo servizio nel sacro minister9, senza che Egli e la Diocesi abbiano avuto il mi– nimo disturbo pe~ prepararli. E' notoria la fiducia che i fedeli dimo– strano verso i Relfgiosi; è notorio il bene che certi Religiosi popolari prodigano tra gli pmili. · Troppo ci vorrebbe per enumerare tutti i vantaggi reali, che gli Ordini e le Congrfgazioni religiose esenti recano alla Diocesi, appunto in grazia della loro esenzione. I

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