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- 24 egli si spoglio di tutte le cose terrene. , La risposta e facile. Perché gli uomi- Venerabili Fratelli e diletti figli: an– cor oggi, e sempre, l'id.eale della san– tita: nel sacerdozio, nella vita religio– sa e missionaria, nelle molteplici forme dell'apostolato dei laici, ha un fascino ed un attraimento nelle anime giova– nili che, alla vigilia del Concilio Ecu– menico, di qua, da questo sacro colle, Noi amiamo incoraggiare e benedire. Nove anni or sono, giusto il 4 ottobre, Noi cantammo la Messa su questo alta– re papale. Al Vangelo, dalle arcane pa– role di Gesu: « lo te lo confesso, o Pa– dre, questa dottrina tu l'hai nascosta ai sapienti e prudenti del secolo, per riservarla ai piccoli e agli innocenti» (2), traemmo questo semplice commento: « E' a questi che il regno dei cieli viene promesso: e se solo a questi -– dunque, non ai vanitosi, ne ai facino– rosi - qui con San Francesco, qui sia– mo veramente alle porte del Paradiso. Umana sapienza, infatti, ricchezze se– colari, dominazione incontrastata, tut– to cio di cui il mondo si pasee sotto vari nomi - fortuna, grandezza, politica, potenza e prepotenza - tutto dinnanzi a questa dottrina si arresta e si infran– ge » (3). Paracliso sulla terra Sl, venerabili Fratelli e diletti figli. Paradiso sulla terra e l'uso moderato e saggio delle cose belle e buone, che la Provvidenza ha sparso nel mondo, esclusive di nessuno, utili a tutti. Ci si chiede: perché Iddio ha dato ad Assisi questo incanto di natura, que– sto splendore di arte, questo fascino di santita, che e come sospeso nell'aria, e che i pellegrini e i visitatori avvertono quasi sensibilmente? (2) Cfr Matth. 11, 35. (3) Scritti e Discorsi del Card. A.G. Ron– calli, 10958), 97. ni, attraverso un comune ed universale linguaggio, imparino a riconoscere il Creatore e a riconoscersi fratelli gli uni gli altri. Nella citata circostanza del nostro pellegrinaggio ad Assisi nel 1953, Noi convenimmo qui con amplissime rap– presentanze religiose e civili per recare l'omaggio dei Veneti alla tomba del Po– verello; ed ancora Ci commuove il ri– cordo della lampada accesa in quel giorno dal Sindaco della Nostra diletta Venezia. Quale alta significazione ieri ed oggi, e nei secoli, ed in tutte le venerande basiliche di Oriente ed Occidente, as– sume quel rito! San Bernardo Abbate, applicando al Nome di Gesu le virtu naturali dell'olio i dice: « Oleum lucet, ungit, pascit. Fo– vet ignem, nutrit carnem, Zenit dolo– rem. Lux, cibus, medicina» (4). Lampada della terra e Cristo. Rinno– viamo místicamente il rito, qui, questa sera, sulla tamba di Francesco. Egli al– tro non volle essere, se non una fedele immagine del Divin Crocefisso, che die– de il suo Sangue per illuminare il cam– mino dell'uomo, per nutrirlo, per risa– narlo. Nel nome e per la virtu di Cristo No– stro Signare, sia pace ai popoli, alle na– zioni, alle famiglie; e dalla pace discen– da per tutti la partecipazione alla desi– derata prosperita spirituale e materiale, che diviene letizia deg·li animi ed inco– raggiamento verso un vivere piu sereno e nobile. Sía pace nella concordia, nella comu– nicazione scambievole, da un capo al– l'altro del mondo, delle immense ric– chezze di vario ordine e natura, che Dio ha affidato all'intelletto, alla volonta, (4) Cfr s. BERNARDUS, Sermo 15, super Cantica, c. finem.

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